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Politica

Sentenza contro Berlusconi, per i giudici della Cassazione le rivelazioni del magistrato non contano

Il CSM – già bombardato dal caso Palamara – sotto la lente d’ingrandimento. Gli avvocati dell’ex Premier premono al Cedu per la riabilitazione di Berlusconi, mentre si alza lo scontro tra poteri dello Stato. 

 

Sette anni dopo la condanna per frode fiscale – nell’ambito del caso Mediaset – non sembra essere stata ancora scritta la parola “fine” sul processo che decretò, di fatto, la decaduta politica dell’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Era il 2013 – un’era fa – Forza Italia viaggiava sulla soglia del 20% e l’Italia cercava di riprendersi dai colpi inflitti dal Governo lacrime e sangue di Mario Monti. Berlusconi, per effetto della Legge Severino, approvata tempo dopo ma retroattiva, decadde da Senatore e venne interdetto per due anni dai pubblici uffici. Nessuna conclusione, dicevamo. Gli avvocati del Cavaliere, Fausto Coppi e Niccolò Ghedini, hanno tirato fuori dal cilindro nei giorni scorsi diversi audio che potrebbe ribaltare completamente non solo la lettura dei fatti giuridici, ma l’impostazione stessa del processo, che pare essere nato per colpire l’ex Premier.

Il giudice Amedeo Franco, relatore della sezione ferale della Cassazione che condannò Berlusconi è stato registrato mentre definiva la sentenza: “Un plotone d’esecuzione”, e di un verdetto che doveva essere, nel caso di Berlusconi: “Di condanna a priori”. Una battaglia che ha caratterizzato quasi 20 anni di politica nostrana e che adesso, però, vede nuovi protagonisti sulla scena. Come spiega Il Corriere della Sera, al colloquio tra Berlusconi, i suoi avvocati e Franco, ci sarebbe stato anche un altro magistrato, il quale sarebbe anche disposto a confermare il contenuto e le modalità dell’incontro. Ci fu persecuzione politica? Come detto, lo scontro tra il Cavaliere e quella che lui definì, a più riprese: “Magistratura politicizzata”, spingono le nuove rivelazioni verso mete ben precise. Franco, deceduto l’anno scorso, non potrà confermare né dare la sua versione dei fatti.

Negli audio Franco definisce la sentenza: “Pilotata dall’alto”. E l’alto sarebbe la Procura di Milano – lo si intuisce da numerosi riferimenti, ma mai esplicitata nel discorso – guidata allora da Ilda Boccassini. Ora la palla passerà alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, a cui gli avvocati del Cavaliere si erano già rivolti, senza però vedersi accordati l’apertura di un procedimento. Come ha spiegato ad Adnkronos, l’avvocato Coppi: “Il giudice Amedeo Franco ha detto cose gravi e non ci sono motivi per dubitare delle sue affermazioni. L’impressione, è che si sia trovato in minoranza in camera di Consiglio”. Consiglio presieduto dal magistrato Antonio Esposito, che avrebbe ceduto alle pressioni per arrivare alla sentenza di condanna, pur definendo la stessa, secondo quanto riferito da Franco, una vera: “Porcheria”.

Ed è probabilmente il mese più cupo per la magistratura. Dopo il caso Luca Palamara – e le intercettazioni sulla strategia di opposizione politica ai danni di Matteo Salvini – il Csm viene ancora una volta surclassato dalla sete di potere di alcuni suoi potentissimi membri. Lo stesso ex Pm di Roma, il 22 giugno scorso – prima dunque della sua dichiarazione di guerra al Csm – parlando dei processi di Berlusconi, ospite di “Omnibus” su La7, in maniera alquanto sibillina, disse che le sentenze erano da approfondire ma: “Furono nominati magistrati di valore”. L’indipendenza della magistratura viene totalmente accantonata in nome di un sistema correntizio che fatica a trovare un equilibrio, essendo formato per un terzo da membri eletti dal Parlamento, definiti genericamente “laici”, ma che poi si rivelano devoti ai loro partiti.

Perché non scoppiò uno scandalo allora? Coppi e Ghedini hanno spiegato che fu proprio il Cavaliere a non voler rivelare il contenuto degli audio perché, la loro pubblicazione, avrebbe destabilizzato fortemente l’equilibrio – già precario – tra poteri dello Stato. In realtà Franco non avrebbe ripetuto quelle dichiarazioni in tribunale: questa tesi – molto più accordante sui fatti – e avvallata da Coppi, e voleva Franco in attesa di una nomina presso la Cassazione e il timore di vedere la sua carriera andare in fumo nomina che, qualche anno dopo, effettivamente arrivò. Secondo gli audio, ad ogni modo, Franco cercò di contattare a più riprese il Consigliere giuridico dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, senza però riuscirci.

In una nota pubblicata dalla Cassazione nella giornata di ieri, come scrive Il Fatto Quotidiano, si mettono in dubbio le parole di Franco: “La sentenza è stata sottoscritta da tutti e cinque i magistrati componenti del Collegio. Non risulta che Franco abbia formalizzato alcuna nota di dissenso”Ma la bomba è ormai esplosa: il Vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, ha chiesto una commissione d’inchiesta per accertare i fatti e riabilitare Berlusconi, mentre dai banchi degli azzurri si richiede la nomina a Senatore a vita a titolo risarcitorio. Per il leader della Lega Salvini: “Ennesimo episodio, dopo quello di Palamara, che ci ricorda la necessità di una riforma”. Condanna e solidarietà da tutto il Centrodestra, mentre l’unica voce a sentirsi dai partiti dell’area di Governo è quella del leader di Italia Viva Matteo Renzi, che chiede di: “Fare chiarezza”.

 

Fonte: Adnkronos, Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano

Pubblicato da
Mario Cassese

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