Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato una nuova manovra per sostenere scuola, comuni, turismo, e quei settori la cui ripresa procede ancora al rilento. Di conseguenza, si avrà un nuovo sforamento del deficit pubblico.
Dopo il Decreto Rilancio e il Cura Italia, entro luglio sarà varato un nuovo decreto con misure di rafforzamento degli interventi anti-Coronavirus a sostegno di lavoratori, imprese, famiglie. Di conseguenza, si avrà un conseguente scostamento di bilancio, dopo i 25 miliardi di marzo e i 55 di fine aprile. Quanto all’entità dello sforamento del deficit – oggi al 10,4 per cento del Pil – si parla di risorse tra i 10 e i 20 miliardi. Ad annunciarlo, il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, durante un’Audizione in Commissione Bilancio della Camera sul Dl Rilancio, interrotta dalle Opposizioni. Infatti, informa Repubblica, la seduta è stata più di una volta bloccata e ripresa a causa delle interferenze che hanno portato all’espulsione, da parte del Presidente della Commissione Claudio Borghi, di due deputati tanto che Gualtieri ha richiamato più volte ad una maggior coesione tra le parti.
Per il Ministro dell’Economia bisognerà aumentare le risorse al Fondo di garanzia sui prestiti. Tuttavia, le previsioni per il nostro Paese sarebbero meno pessimistiche di quelle fornite dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Le stime – anche quelle diffuse dal Fondo Monetario internazionale – sarebbero inesatte. “Siamo consapevoli dei rischi al ribasso del Pil ma riteniamo errato esagerare in chiave pessimistica perché la riapertura dell’economia sta già producendo effetti tangibili”, ha affermato il Ministro del Tesoro, annunciando che segnali positivi in questi giorni arrivano anche dai consumi elettrici, dal traffico autostradale e da quello ferroviario. L’economia italiana dava segnali di ripresa già a maggio, ha detto il Ministro che ha confermato la necessità del deficit, assicurando che il debito tornerà a scendere già dall’anno prossimo. La parola d’ordine è “rafforzare gli interventi e ridurre la pressione fiscale sulle imprese colpite”, tanto che nel decreto – oltre a Regioni, Comuni, cassa integrazione e imprese – troverà posto un meccanismo per diluire le scadenze fiscali più volte rinviate, che porterà i versamenti delle aziende più colpite dalla crisi probabilmente fino al 2021. Altra questione, il rafforzamento del sostegno al reddito a cui sarebbe al lavoro con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo.
Intanto, il viceministro all’Economia, Laura Castelli, in un’intervista al Corriere della Sera, ha affermato che “l’ordine di grandezza realistico è di una decina di miliardi” precisando, tuttavia, che adesso non si può definire una cifra esatta. Nel dettaglio, serviranno “probabilmente 3 miliardi per gli enti locali”, ma le misure maggiori andranno a sostegno del turismo, in particolare delle aziende più piccole, del commercio e dell’artigianato. Inoltre, potrebbero essere necessarie nuove risorse per la cassa integrazione e per garantire la ripartenza della scuola. Risorse che secondo Castelli non saranno attinte dal Mes, ma da “tantissime risorse che già abbiamo ma non riusciamo a spendere“. Ci sarebbero infatti cento miliardi che Anas e Rfi avrebbero programmato per usare nella rete stradale e ferroviaria. Inoltre, ci sarebbero sedici miliardi di fondi nei ministeri mentre altri 6,5 per il settore idrico. “Ho appena interpellato l’Inail sui 4,5 miliardi fermi dal 2013 e destinati all’edilizia sanitaria e scolastica. In tutto, circa 127 miliardi di euro da sbloccare. E la ricognizione non è finita, sono sicuramente di più”, ha detto il Vice Ministro.
Fonte: Repubblica, Corriere