24 a giudizio per i fatti di Bibbiano, c’è anche il Sindaco Carletti: silenzio di M5S e Partito Democratico

Finite le indagini, la Procura di Reggio Emilia ha emesso 24 ordinanze di rinvio a giudizio. Ci sono gli psicoterapeuti della onlus “Hansel&Gretel” e anche il Sindaco di Bibbiano.

La Procura di Reggio-Emilia emette 24 rinvii a giudizio per il caso Bibbiano, silenzio di M5S e PD - Leggilo.org

Il Pm Valentina Salvi della Procura di Reggio Emilia ha emesso, a conclusione delle indagini del nucleo investigativo dei Carabinieri della città emiliano-romagnola, il rinvio a giudizio per 24 persone nell’ambito dell’inchiesta denominata “Angeli e Demoni”. Nel maggio del 2019, gli inquirenti, avevano portato alla luce un presunto sistema di affido illecito. Psicologi e assistenti sociali delle strutture della Val d’Enza avrebbero falsificato documenti e perizie, oltre ad aver manipolato le dichiarazioni dei minori, affinchè emergessero situazioni di abusi e violenze in famiglia che in realtà non sarebbero mai avvenute, ma che in diversi casi hanno causato l’allontanamento e l’affido dei minori ad altre famiglie. Oltre alle violenze psicologiche, la Procura di Reggio Emilia ipotizza una frode all’erario da 200mila euro.

Come spiega Il Corriere della Sera, ogni ora degli psicoterapeuti veniva rimborsata a 135 euro, a fronte di una media di 80. Tra gli imputati la psicologa Nadia Bolognini e dal marito Claudio Foti, fondatori e direttori della onlus “Hansel&Gretel” – luoghi dove sarebbero avvenuti gli abusi, con sede a Bibbiano – e l’ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione Comunale Federica Aghinolfi. Altro imputato è il Sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, che dovrà difendersi dall’accusa di assegnazione illecita di alcuni locali comunali usati poi come sede dalla onlus in questione. Più di cento i capi di imputazione – tra cui peculato, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime – 155 i testimoni citati dall’accusa, 48 le parti offese, tra cui l’Unione Val d’Enza, i Comuni di Gattatico e Montecchio, il ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna.

Una notizia che ha creato non pochi imbarazzi nella Maggioranza. Nessun commento è arrivato dal Movimento 5 Stelle, o dall’ex capo politico e Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, quello dell’ormai memorabile: “Mai con il Pd, mai con il partito di Bibbiano”. Meno di un anno fa, scriveva Repubblica, il Partito Democratico organizzò un pool di avvocati che avrebbe dovuto raccogliere tutti gli elementi utili per procedere nelle sedi opportune contro la campagna di: “Fake news e attacchi puramente diffamatori, che sono portati avanti dal M5S sui suoi canali ufficiali Facebook”, sull’inchiesta della Procura di Reggio Emilia. Sembra un’era fa. Quel gruppo è evaporato l’indomani della fiducia al Governo di Giuseppe Conte bis e non si sa quali lavori abbia portato a termine. E nessun commento è arrivato dal Segretario Dem Nicola Zingaretti che, l’indomani, della revoca degli arresti domiciliari al Sindaco Carletti, nel dicembre scorso – insieme all’ex Premier Matteo Renzi – parlò apertamente di campagna denigratoria e: “Di tanti che adesso dovrebbero scusarsi con il Sindaco e il PD”, come ricorda Il Fatto Quotidiano.

Ma all’appello mancano anche i grandi protagonisti delle ultime regionali in Emilia-Romagna: le Sardine. Il gruppo di Mattia Santori, sfidò proprio nella piazza del piccolo Comune emiliano la Lega nell’ultimo giorno di campagna elettorale. Le Sardine, dopo della vittoria di Stefano Bonaccini, parlarono di: “Operazioni analoghe a quelle effettuate a Bibbiano – da parte del loro gruppo – da portare in altre parti d’Italia. Con l’obiettivo di raccontare realtà diverse da quelle dei media”. Insomma, bocche cucite. Il 30 ottobre ci sarà la prima udienza preliminare e possiamo soltanto immaginare quale campagna mediatica avrebbe scatenato il Movimento se non si fosse trovato al Governo con i Dem. Certo – si potrà contestare – non è una questione politica, ma lo è diventata proprio grazie agli attacchi grillini. Ed dunque giusto chiedere conto a Di Maio, all’ex deputato Alessandro Di Battista, autore addirittura di un libro sulla vicenda – che non è mai arrivato nelle librerie – , oppure a Paola Taverna delle dichiarazioni di quei giorni. Ma il nemico di ieri, oggi è un amico. E sarà meglio lasciare scorrere.

Fonte: Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Il Corriere della Sera

Gestione cookie