Del libro dell’ex deputato romano non vi è più traccia. E l’editore Fazi annuncia che nulla è stata consegnato. C’entra il nuovo Governo giallo-rosso in questa storia?
Ci sono vari aspetti – non legati direttamente al processo giudiziario – del caso Bibbiano, ufficialmente denominata indagine “Angeli e Demoni” che meriterebbero di essere approfonditi. Domande del tutto lecite, l’indomani della richiesta della Procura di Reggio Emilia del rinvio a giudizio per 24 persone, tra cui il Sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. E ci riferiamo, chiaramente, alle complicazioni di carattere politico, di natura comunicativa tra i partiti, e in particolare tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Un anno fa, proprio di questi tempi, l’attuale Ministro degli Esteri – allora capo politico M5S – Luigi Di Maio urlava alla telecamere – esausto dal continuo chiacchiericcio su un possibile inciucio con i Dem – che mai i grillini si sarebbero accordati con: “Il partito di Bibbiano”. Di contro, l’allora Segretario del Pd, l’ex Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, annunciò la creazione di una task force di avvocati che avrebbero dovuto: “Individuare le fake news mosse dal M5S sui social sul caso Bibbiano”.
Erano decisamente altri tempi, si dirà. Eppure che il rancore sia stato soltanto accantonato in nome dell’alleanza di Governo – ma che superato no, quello no – lo si era già intravisto nelle parole dell’attuale leader del PD Nicola Zingaretti che, dopo la revoca degli arresti domiciliari del Sindaco di Bibbiano nel dicembre scorso, in pieno dunque Governo Bis del Premier Giuseppe Conte, disse chiaramente che: “Qualcuno dovrebbe chiedere scusa”. Viene da chiedersi quanti altri siano stati sacrificati sull’altare dell’alleanza giallo-rossa. E il pensiero corre verso l’ex Deputato Alessandro Di Battista. Era il giugno del 2019 – un’era politica fa – e il “pasionario” del Movimento diede un clamoroso annuncio: era al lavoro, in collaborazione con Fazi Editore, di un libro sullo scandalo di Bibbiano. Scriveva Di Battista: “Ci è sembrato doveroso approfondire questo scandalo anche perchè abbiamo registrato un silenzio assordante da parte del 90% del sistema mediatico nazionale”. L’ex Deputato romano parlava di: “Inferno di Bibbiano”, e la sua attenzione – oltre al lato giudiziario – si sarebbe soffermata sull’aspetto mediatico o, più celatamente, sui tentativi di non far riportare la notizia da parte di un qualche non meglio specificato centro di potere – ma facilmente intuibile – nel nostro Paese.
Come ricorda Open, in quelle settimane, Di Battista sovente stuzzicava la curiosità dei suoi fans sull’argomento. Erano tempi dei botta e risposta con il PD, allora all’opposizione, anche in ottica di una promozione del libro stesso. Non fu comunicata la data di uscita, ma dall’accordo con la casa editrice – di un anno – che includeva anche altri diversi lavori, possiamo intuire che il libro sarebbe dovuto approdare nelle librerie italiane proprio in questi giorni. C’è però un aspetto davvero poco chiaro della faccenda. Lo si deduce dall’intervista rilasciata da Thomas Fazi, figlio dell’editore Elido Fazi, a Il Foglio. Spiega Fazi: “La consulenza con Di Battista si è conclusa e non è uscito nulla”, precisando poi che con l’ex Deputato, aveva un accordo per un libro su Bibbiano che: “Aveva pronto”. ma anche per un saggio di geopolitica, burocrazia e sondaggiocrazia. Di Battista dunque aveva completato – o quanto stava portando a termine – il libro. Perchè non lo pubblicò? Non per responsabilità della casa editrice, insomma.
Che sia stato stoppato o che abbia voluto autocensurarsi dopo i primissimi tentativi di avvicinamento tra M5S e PD? Sta di fatto che Di Battista ha dedicato molto del suo tempo al caso Bibbiano, salvo poi non farsi vedere da quelle parti in occasione delle ultime regionali in Emilia-Romagna, che videro il piccolo Comune al centro del dibattito politico, con tanto di comizio finale del centrodestra da una parte e della manifestazione delle Sardine dall’altra. In compenso, l’ex deputato romano ha deciso di abbandonare – temporaneamente – la vita da errante a metà tra l’internazionalismo spicciolo e una brutta imitazione di Kerouac per divenire un imprenditore (che lavora con il pubblico). Il progetto, spiegò lo stesso Di Battista, è audace. Quello di creare “Un’impresa pubblica, sia chiaro, con l’obiettivo di mettere a disposizione di tutti gli italiani, su tutto il territorio nazionale, migliaia di auto elettriche”. I profitti dell’azienda – non sono specificate le modalità – sarebbero reinvestiti nella stessa azienda, che probabilmente avrà compartecipazione statale. L’obiettivo sembrerebbe voler fare concorrenza ad Enjoy o Car2Go. Sempre se qualcuno non gli dica di fermarsi, s’intende.
Mario Cassese
Fonte: Open, Il Foglio, Account ufficiale Alessandro Di Battista
Il morbo di Alzheimer è una delle malattie più devastanti del nostro tempo, colpisce circa…
Il tumore è una delle patologie più diffuse a livello globale, eppure poche persone…
Una nuova minaccia sta mettendo in allerta i cittadini italiani, e potrebbe provenire direttamente dal…
Un'opzione nascosta su WhatsApp che potrebbe cambiare il modo in cui usi l'app ogni giorno.…
Acquistare una nuova abitazione richiede un impegno economico rilevante. Che si tratti di una prima…
Sempre più aziende permettono ai propri dipendenti di lavorare in smart working, ovvero di svolgere…