Cosimo Maria Ferri, ora in Italia Viva, è convinto che la contromossa di Luca Palamara farà tremare tutto il sistema correntizio. Intanto, l’ex Pm di Roma, salta di programma in programma per raccontare la sua verità.
L’espulsione dell’ex Pm di Roma, Luca Palamara, dall’Associazione Nazionale Magistrati – il sindacato dei togati – per comportamenti indecorosi e lesivi dell’immagine della Magistratura sembrava essere la conclusione del braccio di ferro tra lo stesso Palamara e i suoi colleghi. Invece non è che l’inizio. E per sapere se la montagna partorirà un topolino oppure se la resa dei conti all’interno del Csm sarà dura e senza esclusione di colpi, dovremo solo aspettare il ricorso di Palamara. Nella giornata di ieri, l’ex Pm, ha ribadito, ospite di “Omnibus” su La7, le sue intenzioni bellicose. Il sistema correntizio è sempre esistito e continuerà ad esistere anche senza Palamara. Perchè quello che manca è una vera divisione dei poteri all’interno del Csm e tra questi e il Parlamento. E così i pezzi più alti dello Stato democratico si intrecciano creando ambigui – e spesso inopportuni, se non illegali – gruppi di potere in grado di influenzare nomine e cariche di primissimo livello.
Palamara ha gestito questi gruppi, li ha mossi, dall’alto di una posizione – quella di Presidente di Anm e di membro Csm e capocorrente di Unicost – arrivata proprio dagli accordi di quel sistema che ora vuole rigettarlo, credendo di salvare così il salvabile. Sia chiaro: Palamara ha delle responsabilità enormi e di questo si sta occupando la Procura di Perugia, che lo accusa di corruzione. Ma che la questione vada oltre l’ex Pm romano e coinvolga tutta la Magistratura è fin troppo chiaro. Come sono chiari i messaggi che manda Palamara agli ex colleghi che sino ad un mese avrebbero fatto la fila per finire tra le sue grazie: “Impugnerò la decisione dell’Anm. Il sistema ha fallito, non voglio essere il capro espiatorio. Il sistema delle correnti replica la politica”. Tradotto: se dovesse essere confermata l’espulsione io inizierò a fare nomi e cognomi, a raccontare vicende e intrecci tra Magistratura e politica.
Che Palamara possa divenire una vera e propria mina vagante lo conferma anche Cosimo Maria Ferri, oggi Deputato di Italia Viva, in passato capogruppo di Magistratura Indipendente al Csm. Uno dei tre grandi nomi – oltre allo stesso Palamara e all’ex Ministro dello Sport Luca Lotti – per primi coinvolti nell’inchiesta di Perugia. Come spiega Il Corriere della Sera, per Ferri, la vera grande partita inizia ora: “La verità è che adesso non c’è trojan che tenga. Il pallino è in mano a lui. Resta da vedere se e e che cosa Palamara avrà voglia di raccontare”. Per l’ex magistrato le rivelazioni di Palamara potrebbero essere così importanti da indignare l’opinione pubblica costringendo le Aule a procedere ad un vera separazione dei poteri. E aggiunge sibillino: “Non serve grandissimo fiuto per capire che non siamo neanche all’inizio”. Non è un caso, ha spiegato il renziano Ferri, che l’Anm non gli abbia concesso possibilità di controbattere durante l’inchiesta interna e che tutta la procedura di espulsione di Palamara sia stata imbastita e votata in fretta e furia: “Adesso sono problemi. Che ci sia stata un’accelerazione nella scelta di espellerlo è fuori di dubbio. Da quando ha iniziato a parlare in tv e sui giornali”. Insomma, se la politica versa in condizioni disastrose non si può certo dire che gli altri organi dello Stato godano di buona salute. E quanto pesa tutto questo nella percezione, nel rapporto, finanche nella fiducia, del cittadino verso le istituzioni lo vedremo presto.
Mario Cassese
Fonte: La7, Il Corriere della Sera
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