Il pm Luca Palamara, espulso dall’Anm, protesta affermando di essere un capro espiatorio.
E’ arrivata infine la decisione del Comitato direttivo dell’Anm: Luca Palamara non fa più parte del sindacato dei giudici. Il pm, che ha ottenuto questa importante carica nel 2008 e che l’ha mantenuta per un lungo periodo, si è detto estremamente contrariato della decisione, maturata in seguito alle accuse di corruzione mosse nei suoi confronti. Palamara afferma di essere stato trattato in modo troppo duro, pur ammettendo le sue colpe: “Mi hanno negato la possibilità di difendermi, roba da tribunale dell’Inquisizione” le sue parole – riferisce Repubblica. Il magistrato romano aveva chiesto all’Anm di essere ascoltato dal Comitato centrale ma la sua richiesta non è stata accolta poichè avrebbero dovuto essere i probiviri del sindacato che hanno pronunciato la sentenza ad ascoltare le sue dichiarazioni. La decisione dell’Anm arriva al termine di una lunga riflessione sul comportamento del pm che, sottoposto ad intercettazioni telefoniche nel corso dell’indagine per corruzione, ha usato toni poco professionali per giudicare l’operato dell’allora ministro degli interni Matteo Salvini. Ed è proprio la questione morale il nodo della polemica che si è scatenata attorno alla vicenda di Palamara. Perfino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto giovedì con un discorso: “Urge una riforma del Consiglio Superiore della Magistratura” le parole del capo di stato: “Per ristabilire il prestigio e la credibilità incrinati anche a causa di questa faccenda”.
Il presidente dell’Anm Luca Poniz ha detto queste parole ai suoi colleghi davanti al Comitato direttivo: “La magistratura si trova di fronte ad una grave questione morale che va risolta”. Infatti, secondo le dichiarazioni dello stesso Palamara che ha contribuito alla nomina di tanti magistrati in tutta Italia, sono molti i colleghi che non hanno un comportamento trasparente nell’esercizio della professione. Secondo Palamara l’operato della magistratura italiana nel suo complesso è da rivedere: “Ora mi trattano come un capro espiatorio ma non ho agito da solo, questo deve essere chiaro” – le sue parole riportate su Ansa – “Accetto le mie responsabilità. Ma ho soltanto operato secondo le “regole” del gioco. Chiedo scusa ai miei colleghi più operosi, sono in tanti a doversi dimettere”. In effetti, nel cellulare dell’ormai ex magistrato, gli investigatori hanno trovato numerosi messaggi di magistrati che tempestavano Palamara di elogi e suppliche pur di ottenere un posto importante all’interno del sindacato: “Ora si strappano le vesti. Ma queste persone mi scrivevano per chiedermi favori, venivano a cena con me” commenta Luca Palamara. Adesso, come lasciano intendere le dichiarazioni di Mattarella, il CSM potrebbe andare incontro ad una storica riforma. Il segretario dell’Anm Giuliano Caputo si dice favorevole a questa eventualità a patto che non vada a ledere l’indipendenza della magistratura che, in Italia, detiene uno dei tre poteri fondamentali, quello giudiziario: “Le nostre proposte sono state recepite e sono presenti nelle bozze della riforma che circolano in queste ore” ha detto Caputo: “Tuttavia, il punto fondamentale è il mantenimento dell’indipendenza della magistratura. E’ un diritto inalienabile”. Il caso di Luca Palamara – riferisce TGCom24 – fa scalpore anche per la sua unicità: si tratta infatti della prima volta nella storia della magistratura italiana in cui un ex-presidente viene espulso dall’Anm.
Fonte: Ansa, La Repubblica, TGcom24