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Economia

“Gli effetti della crisi devono ancora dispiegarsi”, dice Giuseppe Conte a Villa Pamphili

Il Premier Giuseppe Conte, aprendo i lavori della terza giornata degli Stati generali in corso a Villa Pamphili, ha allarmato sugli effetti della crisi. Bisognerà aspettare settembre per il piano Recovery Italia, sulla base delle risorse che verranno stanziate dal Recovery Fund europeo. 

Oggi, inizio lo sciopero della fame e mi incateno qui a Villa Pamphili, finché il governo non ascolterà il grido di dolore di noi invisibili e di tutti gli esclusi”. Così il sindacalista Aboubakar Soumahoro ha annunciato che comincerà lo sciopero della fame per chiedere risposte al Governo su 3 punti: riforma della filiera agricola; varo di un Piano Nazionale Emergenza Lavoro; cambio delle politiche migratorie. Un inizio non felice, a Villa Pamphili, dove questa mattina c’è stata la terza giornata della serie di incontri “Progettiamo il Rilancio”. Oggi, infatti, dopo l’incontro di ieri con le parti sociali, è il turno dei commercianti e degli artigiani. Presenti, informa Rainews, Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Confartigianato, Cna, insieme ai Ministri Stefano Patuanelli, Francesco Boccia, Paola De Micheli, Federico D’Incà ed Elena Bonetti.

Siamo consapevoli che gli effetti della crisi devono ancora dispiegarsi”, ha esordito il Premier Giuseppe Conte aprendo i lavori della terza giornata annunciando altri interventi per fronteggiare la crisi innescata dal Coronavirus. Convito, il Presidente del Consiglio, di quanto è stato fatto fino ad ora. Non ha dubbi, né sul suo operato, né sulle risorse messe in campo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Bisognerà aspettare settembre per la presentazione del piano Recovery Italia, sulla base delle risorse che verranno stanziate dal Recovery Fund europeo. Uno dei problemi introdotti da Conte è stato quello dell’economia sommersa, cioè l’insieme di tutte le attività economiche che contribuiscono al prodotto interno lordo, ma che non sono registrate e dunque regolarmente tassate.

Un problema da arginare con incentivi ai pagamenti digitali per rendere l’Italia più equa e inclusiva. Ai rappresentanti del settore terziario collegati con villa Pamphili, il Premier ha chiarito che la lotta al sommerso sarà un’ area di intervento da portare avanti con la digitalizzazione. “L’economia sommersa sottrae immediatamente risorse e ci costringe tutti a subire una più elevata pressione fiscale, ma costituisce anche un serio ostacolo alla modernizzazione del Paese”, ha sottolineato Conte. Quindi, per il futuro, “incentivi ai pagamenti digitali senza penalizzare nessuno”. Infatti, la transizione verso il cashless, con una riduzione significativa del contante e l’emersione del sommerso, deve avvenire senza imposizioni né penalizzazioni. Piuttosto che sulle sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronici, il governo intende dunque puntare sugli incentivi. Dal primo luglio, informa Il Fatto Quotidiano, scatta infatti il credito d’imposta del 30% delle commissioni addebitate ai commercianti e professionisti per le transazioni fatte con carte di credito, di debito o prepagate e altri strumenti tracciabili. Sono però slittati sia la lotteria degli scontrini sia i premi per i consumatori che pagano con carta: i 3 miliardi stanziati con l’ultima manovra sono stati utilizzati come coperture per il decreto Rilancio.

Per i mesi in avanti, quindi, bisognerà affermare una nuova normalità, che deve prevedere dei tassi di crescita economica e di sviluppo sostenibile per il Paese ben più elevati rispetto al passato. Dal confronto con gli economisti, che già si erano espressi sulla gravità della situazione economica nel nostro Paese, è emerso che l’incertezza c’è e peserà ancora. Non è quindi sufficiente sbloccare il lockdown e riaprire le attività per risolvere il danno. I settori del commercio, dell’artigianato, della piccola e media impresa, del terziario e della distribuzione vivono in questi giorni gli effetti di questa emergenza, causati non solo dal periodo di chiusura ma anche dai limiti della riapertura. Ingressi contingentati e misure di prevenzioni costose e limitanti, che mettono in difficoltà la fase di ripartenza dopo quella più acuta del lockdown. Conte ha poi ricordato gli ultimi dati dell’Istat, che mostrano un quadro preoccupante circa le vendite. Costi umani e sociali altissimi; tuttavia negli ultimi giorni ci sarebbe un miglioramento, ha chiarito Giuseppe Conte: “Anche le imprese bancarie, dopo un iniziale assestamento, iniziano a creare deflusso di erogazioni più consistenti e apprezzabili”. Conte ha infine chiesto agli interlocutori suggerimenti, proposte e pareri. Uno sforzo corale per rilanciare l’Italia.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, RaiNews

Pubblicato da
Chiara Feleppa

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