Il concorso per Dirigenti dei Servizi Generali e Amministrativi – Dsga – non è riuscito a colmare i posti vuoti, ma al contrario ha aumentato i dubbi. Un concorso durato quasi due anni, tra preparazioni, esami, commissioni. “La scuola ripartirà a settembre più forte di prima”, sostiene il Ministro Azzolina. Ma, forse, è tra i pochi a crederci.
C’è qualcosa di strano, di surreale e anomalo – per dirla con le parole usate dal Comitato “Difendiamo il Concorso DSGA” – nel concorso per Dirigenti dei Servizi Generali e Amministrativi. Posizione che oggi riveste un ruolo di rilievo nella macchina scolastica e che richiede, per avere accesso, una laurea magistrale in giurisprudenza, scienze politiche o simili, oltre che il superamento di un concorso. Al bando, emanato dal Ministero dell’Istruzione il 20 dicembre 2018, 2.400 posti per direttori e 601 posti riservati al personale interno, per un totale di 2.605 contratti. I candidati sono stati 102.900, – informa Il Giornale -, ma solo in 6mila hanno passato la preselezione per accedere alle due prove scritte. Tra fine maggio e inizio giugno, gli uffici scolastici regionali hanno iniziato a pubblicare l’elenco degli ammessi alle prove orali. Un rallentamento delle procedure dovute all’emergenza Covid-19. Guardando la tabella, si evince che in Lombardia, dove i posti in ballo erano 450 sono stati ammessi agli orali solo 207 concorrenti su 1.080: solo il 15% di idonei. Una percentuale molto più bassa rispetto a quella del Friuli, 34,4%; Liguria, 49,7%; Piemonte, 42,5%; Veneto, 37,5%; Campania, 86,6% di ammessi dallo scritto all’orale.
Mentre quasi ovunque al colloquio andrà un numero di candidati pari o maggiore ai posti a disposizione, in Lombardia resteranno vuoti almeno 244 posti. Un concorso che alcuni definiscono una farsa, mentre altri parlano di un modo “per alleggerire il lavoro estivo delle commissioni”, chiedendo al Ministero di aprire un’inchiesta su quanto accaduto in Lombardia. Da evidenziare anche il fatto che i posti vuoti come Dirigenti amministrativi sono occupati dagli assistenti amministrativi scolastici. E visto che questi ultimi non hanno la laurea, non hanno potuto aspirare all’assunzione in ruolo partecipando al concorso indetto. I sindacati hanno chiesto per loro un concorso riservato speciale, idea rilanciata qualche giorno fa da Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali. Sorge il dubbio che le bocciature agli orali siano un modo per “rimettere in gioco” proprio i sostituti. “Questa è l’Italia – dicono dal Comitato in una nota pubblicata su Scuolainforma.it – un Paese che non è e non sarà mai in grado di staccarsi dai sotterfugi, dalle pretese illegittime di chi sa alzare di più la voce e da qualsivoglia forma di pressione politica e sindacale”. Il dubbio, insomma, è che i posti vuoti verranno assegnati proprio a chi non ha superato il concorso. Certo, i posti vuoti potrebbero essere risultato di criteri di selezione e di punteggi numerici. Ma, se così non fosse? Un candidato lombardo, ad esempio, pur avendo conseguito il punteggio minimo, non sarebbe stato valutato nella seconda prova scritta. Sarebbe poi arrivata, ad alcuni partecipanti ad un corso di preparazione, una mail in cui vengono individuate le tracce poi effettivamente uscite.
Nonostante l’entusiasmo del Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che si dice propositiva sull’inizio del prossimo anno scolastico, sembra un’ipotesi più che probabile il fatto che, a settembre, le scuole saranno impreparate. E questi ultimi accadimenti non fanno che gettare ancora più ombre sull’operato della pentastellata, fortemente criticato durante questi mesi di emergenza. “Oggi la scuola comincia a ripopolarsi. È un primo segnale di ritorno alla normalità”, ha twittato ieri la Azzolina dopo che le porte degli Istituti superiori si sono riaperte per le riunioni dei Commissari e dei Presidenti delle commissioni di maturità 2020 – che avverrà in presenza pur con modalità differenti a quelle degli scorsi anni. Il piano per l’inizio del prossimo anno scolastico, informa l’Ansa, è ridurre del numero degli alunni per classe. Si investirà poi sull’innovazione didattica, sfruttando le potenzialità del digitale, oltre che sulla formazione del personale che dovrà essere, secondo il Ministro, “preparato, formato e, di conseguenza, anche più pagato”. Obiettivi comuni e del tutto raggiungibili, con la collaborazione di tutti, secondo Lucia Azzolina, che ha parlato agli Stati generali sull’economia indicando le priorità di investimento per il rilancio della scuola, durante il confronto con i sindacati.
Fonte: Ansa, Il Giornale, Scuolainforma.it