Il leader di Italia Viva Matteo Renzi chiede si faccia chiarezza sui presunti finanziamenti del Venezuela al Movimento Cinque Stelle. I grillini continuano e negare tutto.
Dure e dai toni poco garantisti le parole del leader di Italia Viva Matteo Renzi sui presunti finanziamenti del Venezuela al Movimento Cinque Stelle. L’ex premier – riporta Adnkronos – intervistato da Rtl 102.5 ha commentato: “Sul M5S è giusto che si indaghi esattamente come si fece per la Lega sul caso Russiagate. Voglio sperare che le idiozie che i Cinque Stelle dicevano sul Venezuela le dicessero gratis”. Non è la prima volta che le posizioni di Renzi si scontrano con quelle del Movimento fondato da Beppe Grillo. Tuttavia mai, fino ad ora, era arrivato a mettere sulla stesso piano gli alleati di Governo con la Lega, ovvero i principali rivali che guidano l’Opposizione.
Ieri le prime pagine delle più illustri testate giornalistiche italiane riportavano la notizia di presunti finanziamenti provenienti dal Venezuela a favore dei Cinque Stelle. Per la precisione si parlava di 3,5 milioni di euro elargiti nel 2010 al movimento grillino attraverso fondi in nero. A conferma dello scoop è stato citato anche un documento dei servizi venezuelani che, tuttavia, parrebbe un falso. La diplomazia di Caracas ha già annunciato querele al giornale spagnolo ABC, il primo a riportare la notizia poi diffusasi rapidamente anche nel nostro Paese. Denunce preannunciate anche da parte di Davide Casaleggio, figlio del co-fondatore del movimento, e dal console Gian Carlo Di Martino che – secondo le ricostruzioni di ABC – avrebbe agito da intermediario portando i soldi provenienti dal Venezuela proprio a Casaleggio.
I grillini continuano a negare. Il più grande sostenitore delle posizioni filo Maduro, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano – riferisce la Repubblica – ha dichiarato: “Siamo di fronte alla più grande fake news della storia. Nel 2013 abbiamo rinunciato a 50 milioni di rimborsi elettorali. Che senso avrebbe avuto prendere 3,5 milioni dal Venezuela?”. Ma – come già per il caso Bonafede – anche questa volta i pentastellati sembrano circondati da garantisti che, tuttavia, esigono spiegazioni. Alleati di Governo a cui, però, la loro parola sembra non bastare. Il Dem Andrea Marcucci si mantiene su una posizione diplomatica ma non esita a mettere in rilievo le contraddizioni di un movimento che garantista non lo è mai stato:“Quando si sosteneva che il sospetto era l’anticamera della verità io pensavo fosse una follia. E lo penso ancora. Ma è ora che il M5S chiarisca”.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini – che non si è unito al flash mob di Forza Italia davanti all’ambasciata venezuelana a Roma – si è limitato a dire: “Se ci sono truffe emergeranno, io non faccio l’ispettore”. Più critica la posizione di Fratelli d’Italia che, per bocca del capogruppo in commissione Esteri Andrea Dalmastro, ha ricordato che l’Italia è l’unica nazione europea che non riconosce Guaidò ma continua ad appoggiare il regime di Maduro.
Fonte: Repubblica, Adnkronos