Approvata la proroga della cassa integrazione, ma la misura risulta insoddisfacente per la Cgil. Confindustria va allo scontro con il Governo e con Tridico dell’Inps: in caso di ritardo delle domande, la Cig sarà a carico delle aziende.
Il faccia a faccia tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, consumatosi sul “ring” degli Stati Generali dell’Economia a Villa Pamphili è stato più duro delle previsioni. Di certo il Premier, che aveva invitato il numero degli industriali ad andare oltre le critiche, non si aspettava di dover subire ed incassare proprio nelle stanze che ospitano il suo grande evento. Bonomi non si è tirato indietro ed ha portato sui tavoli di Casino Bel Respiro le istanze, e le paure, delle aziende. Come spiega La Stampa, accompagnato da Direttore Generale di Confindustria Marcella Panucci, Bonomi ha illustrato a Conte, e al Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, le prime richieste degli imprenditori, seguite da un piano di rilancio di ampia prospettiva e vedute. Sono stati analizzati – tra il silenzio generale della sala – i primi dati drammatici del semestre nero che ha caratterizzato quest’anno: – 46,9% di fatturato e – 49% per cento degli ordinativi, con il picco negativo segnato nel settore automobilistico che ha raggiunto il – 56,8%. Con l’aggiunta della crisi del settore turistico e commerciale, come ribadito nella giornata di ieri da Confcommercio, è impensabile di sanare il crollo economico ricorrendo alla sole cassa integrazione e blocco dei licenziamenti. Serve un grande progetto.
Progetto che dovrebbe uscire proprio dagli Stati Generali, anche se al momento nulla si vede all’orizzonte. E allora Bonomi incalza, inizia a martellare un Premier Conte che credeva di potersela cavare con altre promesse sui finanziamenti alle imprese. E, come spiega Il Corriere della Sera, il numero uno di Confindustria elenca i primi 3 provvedimenti, urgenti, che denomina: “Priorità trasversali”, da portare a casa. In primo luogo un dato incontestabile che testimonia la debolezza del sistema industriale – e il motivo per cui il nostro Paese sta scontando più di altri gli effetti della crisi: l’Italia era in recessione già prima del Covid e l’unico Paese d’Europa a dover recuperare 3 punti di Pil per arrivare ai livelli pre-crisi del 2008 (oggi il saldo è salito a 10 punti). In Italia si è preferito, spiega Bonomi, la spesa corrente a discapito di riforme strutturali, che hanno dato i segni di cedimento durante la crisi, come i ritardi dei pagamenti dell’Inps o dell’erogazione dei finanziamenti delle banche, finanche alle aziende che hanno dovuto anticipare la cassa integrazione.
Poi l’affondo. Spiega Bonomi: “Lo Stato restituisca 3,4miliardi di euro di accise sull’energia come stabilito da una recente sentenza della Corte di Cassazione”. E, più in generale, come già richiesto anche dalle rappresentanze del mondo del commercio, paghi i debiti della pubblica amministrazione e, in futuro, stabilisca dei termini per il pagamento consoni. Bonomi ha chiesto anche di accelerare per la restituzione dei crediti Iva – di norma in Italia si impiegano 60 mesi – e di tagliare le imposte, a partire dall’Ires. Non solo, Confindustria, che ha ipotizzato l’arrivo di fondi da parte dell’Europa di quasi un quarto del Pil, spinge per l’attivazione e l’utilizzo del Mes: “In modo da migliorare la sanità e liberare risorse”. Le risposte del Premier e del Capo del Dicastero delle Finanze non sono state all’altezza per Bonomi, specie perchè Governo avrebbe intenzione di intervenire sulle imposte del lavoro e non sull’Ires. Ma più in generale si accusa l’Esecutivo di non avere un piano e di voler intervenire con finanziamenti a pioggia sui settori in crisi, senza particolari riforme.
Nei giorni scorsi, sul tavolo di Casino Bel Respiro, è arrivata la questione più urgente per il Paese reale: la cassa integrazione. Il Capo del Governo, dopo aver incontrato i sindacati, ha annunciato una proroga della Cig di altre 4 settimane, tramite un Decreto Legge, anticipando i fondi previsti per settembre. C’è da recuperare il ritardo accumulato dall’Inps, mentre si cerca di pompare ossigeno vitale al mercato del lavoro almeno sino all’arrivo dei fondi della Commissione Ue e del piano Sure. Conte ha incassato, durante l’incontro con le parti sociali, l’affondo del Segretario della Cgil Maurizio Landini, non del tutto soddisfatto dalle misure di politiche del lavoro passive: “Ho chiesto la proroga fino a fine anno del blocco dei licenziamenti”, che sono in scadenza il prossimo 17 agosto. E siccome la proroga della cassa integrazione va di pari passo con il blocco dei licenziamenti, ci si aspetta un intervento in tal senso dal Governo anche se nulla è stato per ora annunciato.
Già in quei giorni era arrivato l’attacco frontale da Carlo Bonomi, come spiega Il Corriere della Sera. Il numero uno dell’associazione degli imprenditori aveva tuonato contro Villa Pamphili: “E’ il periodo di politica degli annunci, in un Paese bloccato dalla burocrazia e dall’incapacità di decidere. Mi sarei aspettato dal governo un piano dettagliato. Non lo ha fatto, lo faremo noi”. All’interno della possibilità di proroga della cassa integrazione è prevista una clausola che ha fatto irritare e non poco gli industriali. In caso di sforamento dei termini della presentazione delle domande, infatti, la cassa integrazione sarà a carico delle aziende. E nei giorni in cui l’Ente previdenziale conferma i ritardi dei pagamenti della Cig (che calcola in 123.542 lavoratori) e soltanto la metà delle imprese hanno ricevuto i fondi anticipati per la cassa integrazioni anticipati a marzo, tanto è bastato per far scoppiare di nuovo lo scontro. La misura prevista dal Governo – definita beffardamente “Salva Tridico” perchè proteggerebbe il numero uno dell’Inps sui ritardi – sarà accompagnata, ha annunciato il Premier Conte, da una riforma strutturale degli ambiti previdenziali e sostegno del reddito. Si ipotizza un’agenzia delle politiche passive del lavoro, in modo da poter togliere, parte delle incombenze, all’Inps.
Mario Cassese
Fonte: Il Corriere della Sera, Il Giornale, La Stampa
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