Scoperto traffico di giovani donne. Le ragazze venivano fatte arrivare in Italia attraverso le navi Ong e poi costrette a prostituirsi.
La fase 3 fa da scenario non solo – e non tanto – alla ripartenza economica del Paese. Una delle note che stanno caratterizzando la fase post Covid è la ripresa degli sbarchi, che avevano subito una battuta d’arresto durante i mesi del lockdown. Nelle ultime settimane – riferisce Il Giornale – l’agenzia europea per la protezione delle frontiere, Frontex, ha registrato un incremento significativo di arrivi. Non si sa se la sanatoria voluta dal Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova possa aver dato una spinta a queste nuove partenze. Quel che è certo è che tra gennaio e maggio 2020 Frontex ha registrato 5500 ingressi, il triplo rispetto allo stesso periodo del 2019. Bellanova da mesi insiste sull’importanza della manodopera immigrata soprattutto nell’ambito dell’agricoltura e dei lavori dedicati alla cura degli anziani. Il Ministro non ha potuto trattenere le lacrime a dimostrazione di quanto questa sanatoria sia per lei significativa. Tuttavia ci sono situazioni in cui le persone che sbarcano, purtroppo, finiscono vittime di traffici illegali.
Venivano chiamate “macchine“. Intercettate al loro Paese con la promessa di una vita migliore, fatte arrivare in Italia attraverso navi Ong e poi costrette a prostituirsi. Questa la sorte delle ragazze nigeriane vittime del traffico scoperto dalla Procura di Catania nell’ambito dell’operazione “Promise Land”. Le indagini – spiega la Repubblica – sono partite dopo le dichiarazioni di una giovane sbarcata il 7 aprile 2017 dalla nave Ong Acquarius di Sos Mediterranee. La ragazza ha raccontato che aveva deciso di venire in Italia su spinta di un suo connazionale – tal Osas – il quale le aveva promesso un lavoro regolare pagandole anche le spese del viaggio per raggiungere l’Italia. Ma una volta arrivata nel nostro Paese la ragazza fu costretta a prostituirsi per ripagare il suo “debito” che si aggirava tra i 25.000 e i 30.000 euro. L’inchiesta – durata 8 mesi – ha fatto emergere una quindicina circa di casi analoghi a questo dove le giovani – talvolta minorenni – venivano tenute sotto scacco con minacce attuate attraverso presunti riti voodoo.
Le vittime venivano individuate dai genitori dei loro aguzzini i quali selezionavano le ragazze più attraenti e papabili per il mercato del sesso italiano. Poi in Libia i “connection – men ” dovevano occuparsi della fase finale e più delicata: la traversata via mare fino all’Italia. Al momento sono stati arrestati 10 migranti complici di questa “tratta” di schiave del sesso. Tutti si trovavano già in Italia, sparsi tra Catania, Messina, Caltanissetta, Cuneo, Novara e Verona. Il famoso Osas è stato individuato in Osazee Obaswon che si trovava a Messina.
Fonte: Repubblica, Il Giornale