Il virologo Guido Silvestri smonta i modelli matematici che – a suo dire – avevano fatto previsioni catastrofiche sull’andamento dei contagi dopo la fine del lockdown.
I dati della Protezione Civile in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi attualmente positivi scendono a 27.485 registrando un decremento di 1512 unità rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 78 deceduti che portano il totale a 34.305. Il numero complessivo dei guariti sale a 174.865, con un incremento di 1780 persone. I pazienti ricoverati scendono a 3747, -146 rispetto a ieri. Nelle terapie intensive si trovano 220 persone, – 7 rispetto a ieri. Da ieri sono stati eseguiti altri 49.750 tamponi che fanno salire il totale a 4.564.191. Ad oggi, in Italia, il numero totale delle persone che ha contratto il virus è 236.651, + 346 rispetto a ieri.
A distanza di più di un mese dalla fine del lockdown, continuiamo ad assistere alla progressiva decrescita dei casi positivi. Ma tanti sono stati i dubbi provenienti dal mondo scientifico in merito alle riaperture di maggio. La ripartenza del Paese e la riapertura delle attività commerciali era necessaria sotto il profilo dell’economia danneggiata in misura importante dal blocco dell’Italia. Ma non sono mancate le critiche degli esperti che avrebbero ritenuto opportuno aspettare ancora. Secondo modelli matematici una riapertura non calcolata nei minimi dettagli ci avrebbe portati dritti verso una seconda impennata di casi positivi e – stando ai calcoli – il giorno fatale sarebbe stato l’8 giugno. In tale data l’Italia avrebbe dovuto registrare 151.000 persone in terapia intensiva. Ma i modelli matematici non avevano, probabilmente, tenuto in dovuto conto altre variabili visto che l’8 giugno i pazienti in intensiva erano 286.
Il virologo Guido Silvestri, docente alla Emory University di Atlanta, è sempre stato scettico verso le previsioni basate su calcoli astratti. E – riferisce Il Fatto Quotidiano – l’8 giugno si è preso la sua rivincita poiché i dati gli hanno dato ragione. “Oggi è l’8 giugno e dopo 34 giorni dalle riaperture di maggio non vi è alcun segno di quel ritorno della pandemia che certi esperti davano per scontato. Questo dimostra che i modelli matematici sono stati inadeguati a prevedere l’andamento della pandemia”.Lo scienziato puntualizza che, per rispetto nei confronti degli italiani che hanno compiuto sacrifici, le decisioni politiche per i mesi futuri non dovrebbero più essere basate su modelli matematici che si sono rivelati fallaci. Il virologo , da mesi, sostiene la tesi che sull’andamento del Coronavirus, il clima estivo giocherà un ruolo determinante.Fattore di cui i modelli matematici non hanno tenuto conto.
E, al contrario di altri colleghi, Silvestri non è mai stato un accanito sostenitore della chiusura totale del Paese. A supporto delle sue idee riporta l’esempio della Georgia, dove vive e lavora: “La nostra mortalità per 100.000 abitanti è 19,7%, la metà del Veneto dell’ottimo dottor Andrea Crisanti dove è del 39,9%. E in Florida, Stato dal lockdown minimo, il tasso di mortalità è del 12,6%. I modelli matematici non spiegano l’andamento della pandemia in modo universale e non dovrebbero guidare le scelte politiche”.
Le critiche del virologo non sono state accolte con favore dall’Unione Matematica Italiana. UMI – riferisce AGI – ha ribattuto che il professor Silvestri ha preso in considerazione solo 1 dei 49 scenari possibili previsti dagli studiosi e, precisamente, il più pessimista corrispondente alla situazione in cui si fossero riaperte tutte le attività contemporaneamente,senza l’uso di mascherine né distanziamento sociale. Gli studiosi hanno rivendicato l’importanza dei loro modelli matematici che – a loro avviso – avrebbero aiutato il Governo a modulare i tempi e le modalità delle riaperture.
Nonostante le previsioni ottimistiche del virologo Silvestri e la decrescita dei casi, a Roma – riferisce La Stampa – nelle ultime ventiquattro ore è stato scoperto un nuovo focolaio. Si tratta di uno stabile occupato nel quartiere Garbatella L’allarme era scattato ieri quando si era diffusa la notizia di una famiglia di origini peruviane contagiata. Tuttavia, in serata, la Regione Lazio aveva rassicurato: “Nessun focolaio nello stabile Garbatella“. Questa mattina sono stati eseguiti tamponi e test sierologici a tutti i 107 abitanti del palazzo e, oltre alla famiglia peruviana, sono emersi altri 10 casi circa. Alcuni inquilini sono stati messi in quarantena all’interno dello stabile, altri trasferiti presso gli alberghi Covid 19 della Capitale.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, AGI, La Stampa, Protezione Civile
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