Si avvicina la scadenza del primo saldo dell’Imu, nonostante siano cambiati diversi parametri rispetto al passato. Una spesa che potrebbe mettere in crisi diverse famiglie italiane, dopo il lungo lockdown.
La crisi scatenata dai mesi di lockdown, e la conseguente perdita del potere di acquisto e di liquidità, causerà serie difficoltà agli italiani con le scadenze delle imposte del 2020. La prima, in ordine di tempo, è l’Imu, poiché sino al 16 di giugno sarà possibile versare l’acconto dell’imposta municipale. La nuova versione dell’imposta sugli immobili è frutto dell’unione della vecchia Imu e della Tasi, abolita dalla Legge di Bilancio del 2020. Come spiega QuiFinanza, al fine di sopperire alla mancanza di quest’ultima, è stata aumentata di un punto l’aliquota base. Nonostante le richieste – pervenute da più parti – di proroghe, le scadenze non sono state modificate e ci sarà tempo sino al 16 dicembre, invece, per il conguaglio. Sono esonerati dall’imposta i titolari degli immobili usati come abitazioni principali – con dovute eccezioni per case di lusso, ville e castelli – mentre verseranno l’Imu i titolari di fabbricati, aree edificabili e terreni agricoli e seconde abitazioni. L’aliquota, come detto, è stata aumentata di un punto base arrivando all’8,6 per mille che i Comuni potranno aumentare sino ad un massimo di 10,6 per mille.
Si ipotizzano che entreranno nelle casse dell’erario 10,1 miliardi di euro – il 16 giugno – mentre si arriverà a 20,3 miliardi con il conguaglio del prossimo dicembre. Sono infatti chiamati a pagare l’Imu oltre 25 milioni di proprietari, il 41% dei quali sono lavoratori dipendenti e pensionati. Come ha spiegato Ivana Veronese, Segretaria Confederale Unione italiana del lavoro: “Il costo medio di una seconda casa di provincia sarà 1.070 euro, 2.610 euro nelle città capoluogo di provincia e 6mila nelle grandi città”. Chiaramente molto dipenderà dalla tipologia di immobile. Come spiega Il Giornale, il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ha bocciato su tutta la linea la nuova Imu, evidenziando diversi errori che potrebbero pesare sulle tasche dei possessori di secondi immobili: “Abbiamo sollecitato i Comuni a rinviare il termine per il pagamento della prima rata oppure a stabilire che, in caso di versamento successivo all’ordinaria scadenza, non si applichino sanzioni e interessi”. Recriminando poi l’assenza del governo nel gestire un problema così grave in questi momento per le famiglie italiane.
L’associazione che tutela gli interessi dei proprietari di immobili, ha racchiuso in 5 punti gli errori del provvedimento. In primo luogo, come detto, l’aumento dell’aliquota base; ma non è tutto: ad alcuni Comuni (tra i quali Roma e Milano) sarà consentito di raggiungere un’aliquota massima (sino all’11,4 per mille). Confedilizia ha parlato, a tal proposito di “aumento ingiustificato e di dubbia legittimità costituzionale”. Inoltre, l’eliminazione della Tasi, permetterà ai Comuni di evitare l’indicazione dei relativi costi, di ciascun tributo, nell’elenco dei servizi indivisibili. Inoltre l’intero contributo dell’importo sarà a carico dei proprietari, prima una parte spettava agli occupanti. Infine, spiega Confedilizia, sono state mantenute imposizioni vessatorie, come quelle relative agli immobili inagibili o non utilizzati e privi di mercato. L’imposta sulla seconda casa potrebbe essere considerata a tutti gli effetti un’imposta patrimoniale – ordinaria – sugli immobili. Si tratta, a tutti gli effetti, ha spiegato l’associazione dei proprietari italiani, di un tributo espropriativo, e iniquo, dal momento che non tiene conto del danno all’immobile – ed al valore di mercato – causato dal tempo.
Gli unici esonerati dal versamento di acconto – cosi come previsto dal Decreto Rilancio – sono le strutture turistiche, i B&B, gli appartamenti destinati agli affitti brevi o stagionali (come le case vacanza) e i proprietari dei campeggi. Va detto che la Legge di Bilancio 2020 prevede una detrazione d’imposta, da ripartire in 10 quoti annuali (pari al 90% delle spese sostenute nel 2020) per gli interventi realizzati sugli immobili. Ma non è l’unica imposta che spaventa gli italiani: anche la Tari, la tassa sui rifiuti, ha subito diverse modifiche. A causa dell’emergenza Covid i Comuni hanno deciso di posticipare di alcuni mesi il pagamento dell’imposta, ma sono state inserite nuove direttive: si dovrà pagare anche sulle seconde case dotate di allacci anche se nell’abitazione non ci vive nessuno.
Fonte: QuiFinanza, Il Giornale