Troppe ambizioni, il Partito Democratico è stanco di Conte e i 5 Stelle potrebbero voltargli le spalle

Malumori evidenti tra le file dei Democratici, ancora all’oscuro degli argomenti degli Stati Generali dell’economia. PD e Cinque Stelle sono allo stremo: se il Premier dovesse insistere ad estrometterli sull’utilizzo dei fondi UE è già pronta l’alternativa a Palazzo Chigi.
Scontento nel Pd: Zingaretti e Di Maio provano a sostituire Conte - Leggilo.org
Nella giornata di ieri a Via del Nazareno è esploso tutto il malcontento del Partito Democratico. La convocazione degli Stati Generali annunciata dal Premier Giuseppe Conte in pompa magna, ha spiazzato i Dem, preoccupati che Palazzo Chigi voglia spettacolarizzare – a proprio uso e consumo propagandistico – l’accordo raggiunto in Europa. L’accentramento da parte del Premier è evidente: gli incontri di Villa Pamphili a Roma inizieranno venerdì e tutt’oggi nè i Democratici nè il Movimento 5 Stelle sono a conoscenza di come si svolgeranno. Si sa solo che Conte sarà al centro sia delle tavole tematiche sia dei convegni, in qualche caso affiancato dai Ministri del Governo. Nella giornata di ieri Vittorio Colao, nominato due mesi fa a capo del Comitato Tecnico che avrebbe dovuto presentare il piano di rilancio del Paese, ha consegnato un dossier da 121 pagine e 102 idee: ma se alcune di queste saranno almeno messe al vaglio durante gli Stati Generali è un mistero.
Nelle intenzioni del Premier tali incontri dovrebbero convincere la Commissione Ue delle buone intenzioni italiane nella spesa dei fondi elargiti per combattere la crisi. Ma se non dovesse uscire qualche idee per il rilancio di un Paese allo stremo, sarà stato un clamoroso autogol. Non solo: sul tavolo restano aperte le vertenze di ArcelorMittal, Alitalia e il caso Atlantia, dossier a cui urgono delle risposte. Mentre la scadenza all’orizzonte della cassa integrazione mette nelle mani del Governo una bomba sociale pronta ad esplodere. Come spiega La Stampa, il Pd, nella riunione di ieri sera, ha insistito che si proceda con calma, con ordine e con progetti condivisi e a lungo termine. Ma ha spiegato il Segretario Dem Nicola Zingaretti: “Il governo vada avanti, ma concreto e senza pigrizie”. il suo vice, l’ex Guardasigilli Andrea Orlando, che guida la fronda che spinge per lo scontro ha avvisato il Premier: “Evitare false partenze e approfondiamo sui fondi europei che consentono una svolta”. Al Nazareno si sentono messi all’angolo, la sfiducia reciproca cresce di ora in ora.
Il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, dopo aver ribadito che una resa senza combattere sul Mes non è prevista, ha chiesto al Premier di decidere insieme su almeno tre punti per la ripresa economica del Paese. Come spiega Adnkronos, Conte nella giornata di ieri si è limitato a incontri bilaterali con i Ministri. Ed è in questo clima di ostilità che nasce un’inaspettata alleanza nella Maggioranza contro Conte. Il Premier, da tempo, non viene più difeso dai grillini ma si sente protetto dai sondaggi sulla fiducia che gli italiani gli accordano e le proiezioni di una sua ipotetica lista. Ma le cose potrebbero cambiare: Zingaretti, dopo aver accantonato l’idea di un rimpasto di Governo, avrebbe stretto un patto con il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio per sostituire Conte con l’attuale Ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
Guerini, uomo stimano dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è considerato un tessitore, capace di dialogare con tutte le forze della Maggioranza e potrebbe essere la giusta scelta per mettere tutti d’accordo. Se tale ipotesi prendesse corpo Di Maio diverrebbe Vicepremier, mentre aumenterebbero le poltrone per i renziani. Il diretto interessato ha però già negato di aver ricevuto tali offerte, ma tanto è bastato per allarmare Conte.

Fonte: La Stampa, Adnkronos

Gestione cookie