Scontro tra scienziati: il professor Andrea Crisanti, a capo della task force del Veneto, attacca il primario del San Raffaele Alberto Zangrillo. Il campo di battaglia resta il Covid e una possibile ondata di ritorno.
I dati della Protezione Civile in merito alla situazione odierna ci informano che i casi attualmente positivi scendono a 31.710, con una decrescita di 1.162 assistiti rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 71 deceduti che portano il totale a 34.114. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale a 169.939, con un incremento di 1.293 persone rispetto a ieri. Il totale dei ricoverati continua a calare e arriva a 4.320, – 261 pazienti rispetto a ieri.27.141 persone. Le terapie intensive si svuotano di altri 14 pazienti e arrivano a quota 249.
Tra i positivi, 249 sono ricoverati nelle terapie intensive, con una decrescita di 14 pazienti rispetto a ieri. Ad oggi, in Italia, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 235.763, + 202 rispetto a ieri.
Crisanti contro Zangrillo
Il Coronavirus sta dividendo non solo politici e scienziati. Anche gli esperti, talvolta, sembrano essere in disaccordo e darsi battaglia tra loro. Nell’ultima settimana hanno sollevato un gran polverone le parole del professor Alberto Zangrillo, primario delle Terapie Intensive del San Raffaele di Milano. Zangrillo ha dichiarato pubblicamente che, dal punto di vista clinico, il Coronavirus non esiste più. E ha sostenuto sia piuttosto improbabile – anche se non da escludere totalmente – un’ondata di ritorno il prossimo autunno. Tesi appoggiata anche dal presidente della Società italiana di virologia, il professor Arnaldo Caruso. Di tutt’altra opinione il virologo Andrea Crisanti, a capo della task force della Regione Veneto, divenuto famoso per il metodo sperimentato con successo a Vo’ Euganeo. Crisanti – riferisce Il Giornale – ospite ad Agorà su Rai 3, ha accusato Zangrillo di sottovalutare pericolosamente un virus di cui gli scienziati stessi sanno ancora molto poco: “Se Zangrillo fosse venuto a Vo’ nella prima settimana di gennaio avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva. Poi abbiamo visto quello che è successo. Questo virus ancora non lo comprendiamo bene”. Il virologo ha spiegato che non si è ancora capito il motivo per cui le persone iniziano ad ammalarsi in modo grave dopo che l’infezione virale ha raggiunto una certa soglia critica. In pratica: fino ad un certo punto si diffonde senza creare malattia, poi esplode all’improvviso con tutta la sua violenza causando ricoveri urgenti e decessi. Dunque l’invito di Crisanti è quello di non sottovalutare questi casi anche se ora sembrano meno gravi.
Il professore ha aggiunto, inoltre, che dai test sierologici emergeranno moltissimi casi di persone che hanno gli anticorpi. Questo perché, nei mesi scorsi, la maggior parte ha contratto l’infezione virale senza saperlo, in forma asintomatica contribuendo, così, alla diffusione del Covid. A Vo’ Euganeo, ad esempio, ben il 5% della popolazione è risultata dotata di anticorpi.
Tuttavia il professor Crisanti – in un’intervista al Corriere della Sera – concorda sul fatto che il virus, rispetto ai primi tempi, sia mutato. “Tutti i virus mutano. Esistono delle varianti che si impongono sulle altre e si moltiplicano. Il problema è che non abbiamo ancora abbastanza conoscenze per dire quali siano”. Secondo il virologo dovremmo avere un’estate piuttosto tranquilla in quanto, trascorrendo più tempo all’aperto, le microgoccioline che veicolano il virus, si disidratano più rapidamente. Ma si dice abbastanza convinto di una seconda ondata in autunno per la quale sarà importantissimo non farsi trovare impreparati: “Bisognerà intervenire ovunque come a Vo’ Euganeo, in maniera aggressiva. Saranno necessari laboratori mobili per fare tamponi”.
Secondo l’esperto, invece, un metodo che non ha funzionato è quello messo in pratica dalla Regione Lombardia, la più duramente colpita dal Covid. Regione che, per anni, è stata considerata un’eccellenza nell’ambito sanitario. Crisanti – riferisce Open – giudica troppo confuso il metodo lombardo: “Troppa confusione nell’esecuzione e nella registrazione dei tamponi. Le riaperture si sono basate su dati non certi”. Il virologo ha spiegato che in Lombardia sarebbe necessario fare più tamponi e che, al momento, a cagione della troppa confusione fatta, non è possibile calcolare realisticamente l’indice Rt (il livello di contagiosità dell’infezione virale). Soprattutto manca la certezza delle date: la data di esecuzione dei tamponi e quella del risultato. Questo rischia di falsare i dati non fornendo un quadro esatto sulla situazione dei casi positivi. “Faccio fatica a capire perché non si faccia chiarezza e rischiamo di abbassare un po’ troppo la guardia”.
Lo scienziato sconfina anche nel campo delle scelte politiche per dare ragione all’Austria che, per il momento, ha preferito non aprire agli italiani. Infatti – intervistato dal Corriere della Sera – Crisanti ha dichiarato: “Penso che Vienne faccia bene, ci sono ancora troppi casi in Italia. Dovremmo prendere esempio e implementare anche noi i controlli verso chi proviene dall’America e dal Sud America”. Il professore sarebbe per controlli della temperatura, tamponi, tracciamento e quarantena per i positivi. Ha concluso: “Non è che si può riaprire tutto così”. Un metodo – quello di Crisanti – che sembrerebbe decisamente più vicino al sardo Christian Solinas piuttosto che al veneto Luca Zaia
Fonte: Il Giornale, Corriere della Sera,Open, Protezione Civile