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Economia

Il presidente dell’INPS: “I pagamenti della cassa integrazione il 12 giugno”. Promessa mancata

Parole pesanti pronunciate da Pasquale Tridico, il Presidente dell’Ente previdenziale, contro gli industriali, mentre molti pagamenti della cassa integrazione ritardano ancora. A scendere in campo i dirigenti delle associazioni imprenditoriali che respingono al mittente le accuse. 

Il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico aveva promesso, in maniera solenne, che il 12 giugno sarebbe stata la data ultima per il pagamento degli assegni di cassa integrazione arretrati (circa 420mila). Il Presidente dell’Ente Previdenziale, in maniera trionfante, ha comunicato che le richieste in esubero sono state tutte soddisfatte nei tempi stabiliti. Ci sono però opinioni molto discordanti – e decisamente preoccupanti – che ipotizzano un numero reale molto più elevato di lavoratori in attesa della cassa integrazione. Non solo: come spiega Fanpage, ci sono 410mila richieste la cui documentazione non è stata ancora accertata, non finite nel conteggio di Tridico. Di questi, circa la metà ovvero 200mila, attendono ancora il primo assegno di cassa integrazione, del mese di marzo. Servirebbero, per evitare ulteriori attese ai lavoratori in questione, altri 400milioni di euro da aggiungere ai 3,3miliardi di euro del “Cura Italia”. Un altro aspetto fondamentale della questione riguarda gli anticipi in deroga: metà dei pagamenti – 4,3 su 8,4milioni – sono stati anticipati dalle aziende, alle quali l’Inps dovrà prima o poi soddisfare l’anticipo.

I segretari confederali con delega al mercato del lavoro di Cgil, Cisl e Uil, hanno scritto direttamente a Tridico e al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, affinchè venga data continuità degli ammortizzatori sociali sino a fine anno. Non solo: i tre firmatari, Luigi Sbarra, Tania Scacchetti e Ivana Veronese, hanno chiesto al Governo tempi certi sui pagamenti della cassa integrazione rimasta. Scrivono i sindacati: “La difficile situazione economica,  senza adeguati strumenti di sostegno al reddito, rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale”. E ancora: “Le misure messe in campo dal Governo con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Rilancio’ si stanno rilevando insufficienti”. Vi è dunque necessità di ammortizzatori sociali ad ampio spettro per coprire le posizioni dei lavoratori più a rischio.

Il botta e risposta tra Tridico e Confindustria

Sono giorni difficili per il Presidente dell’Ente Previdenziali finito sotto il fuoco incrociato di opposizione, partiti di Governo e Confindustria. Tridico, in un’intervista, ha puntato il dito contro aziende che, stando a non meglio precisati calcoli del numero uno dell’Ente previdenziale, potrebbero tornare subito competitive e ripartire, ma preferiscono far sobbarcare allo Stato le proprie perdite scaricando gli stipendi dei lavoratori sulla cassa integrazione. Queste le parole del numero uno dell’Inps: “Stiamo sovvenzionando con la Cig anche aziende che potrebbero ripartire, magari al 50 per cento, e grazie agli aiuti di Stato preferiscono non farlo”. E ancora: “Non lo fanno per pigrizia, per opportunismo. Adesso basta scrivere Covid e noi paghiamo, senza controlli, senza burocrazia, senza sindacati”. Non si sono fatte attendere le risposte, a muso duro, del mondo imprenditoriale italiano che hanno accusato Tridico di voler alimentare un sentimento anti-imprenditoriale nel Paese.

Come spiega Il Sole 24 Ore, il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi ha definito “scioccanti” le dichiarazioni di Tridico e ha  ricordato al Presidente dell’Inps che il sistema previdenziale ha retto poichè la cassa integrazione è stata anticipata dagli stessi imprenditori, in attesa che i fondi fossero sbloccati. Le parole di Tridico – ha concluso Bonomi –  si allontanano dallo spirito di unità e collaborazione auspicato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e inaspriscono un clima già avvelenato dalle tensioni sociali che si respirano nel Paese. Vito Grassi, Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali di Confindustria, bolla come assurde le accuse di Tridico: “Avalla ipotesi assurde: nessun imprenditore ha interesse a tenere chiusa la propria azienda. Il crollo dei fatturati potrà determinare chiusure e interventi sulla struttura dei costi aziendali. Non certo speculazioni sulla cig”.

Duro anche l’intervento di Vincenzo Marinese, Presidente di Confindustria Venezia e Rovigo: “Esternazioni fuori luogo. Se si desidera lo scontro pubblico-privato siamo sulla strada giusta. Bisogna essere consapevoli che quando le aziende scapperanno qualcuno dovrà assumersene la responsabilità”. Come aggiunge Il Giornale, il Presidente di Assolombarsa, Alessandro Spada, ha ricordato a Tridico i sacrifici fatti dalle imprese  e ha ribadito che l’assenza di un piano strutturale di rilancio non permette una visione a lungo termine e di fiducia nelle imprese. Mentre il Presidente di Confindustria Umbria, Antonio Alunni, chiede a Tridico e al Governo se dietro le dichiarazione del numero uno dell’Inps ci fosse qualche messaggio per le imprese perché – a suo dire – non si capisce bene lo scopo di tali dichiarazioni. 

Le parole di Tridico hanno inevitabilmente provocato uno scontro politico. Come spiega Il Fatto Quotidiano, il Movimento 5 Stelle – che volle Tridico sulla poltrona più alta dell’Inps nel 2019 – ha preso le difese del Presidente dell’Ente: “Sono attacchi ingenerosi perché la pandemia ha fatto emergere tante distorsioni del nostro sistema Paese”. La deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda, in un lungo post su Facebook, ha chiesto al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo la testa di Tridico e del Presidente dell’Anpal Arturo Parisi.  Non è la prima volta che i renziani agitano le acque nella Maggioranza chiedendo le dimissioni di Tridico, sempre difeso a spada sguainata dai grillini. Ampie critiche anche dall’opposizione, con il Deputato della Lega, Paolo Grimoldi, che parla di dichiarazioni: “Paradossali”.

 

Fonti: Il Sole 24 Ore, Il Giornale, Il Fatto Quotidiano, Fanpage

 

Pubblicato da
Mario Cassese

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