Quella del plexiglas è stata solo un”ipotesi remota ha spiegato il Ministro dell’Istruzione nel discorso di fine anno scolastico. Poi botta e risposta con il leader della Lega Matteo Salvini.
Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, nel suo discorso di fine anno scolastico, è tornata sulla polemica generata dalla proposta di inserire dei divisori in plexiglas tra i banchi degli studenti per facilitare il distanziamento sociale. Proposta che ha scatenato un vero putiferio, con critiche sia dal mondo politico che interventi di professionisti dell’educazione dell’infanzia – come Alberto Pellai – che hanno duramente etichettato l’iniziativa: “Mi fa rabbrividire, è come vederli al guinzaglio o con la museruola. Il contesto scolastico funziona bene quanto più è naturale”. Come spiega Agi, il dietrofront del Ministro Azzolina è evidente: “Ho visto immagini surreali di ragazzi chiusi dentro a strutture simili a gabbie. Questa è disinformazione. Nessuno ha mai pensato a cose del genere, di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza, come è stato invece raccontato in queste ore”.
Il Ministro Azzolina – spalleggiata dal Movimento 5 Stelle – ha deciso di partire al contrattacco, scagliandosi contro l’opposizione. Su Twitter botta e risposta acceso con il leader della Lega Matteo Salvini che, l’indomani dell’approvazione del Decreto Scuola, ha pubblicato l’appello di una madre preoccupata per la sicurezza dei bambini e l’idea di inserire i pannelli di plexiglas nelle aule. Scrive Salvini: “Le follie del Governo sul Decreto Scuola: lo sfogo di una mamma. Non è questo il futuro da dare agli studenti”. A stretto giro la replica di Azzolina: “Fai propaganda sulla sicurezza. E non sai neanche come si scrive ‘plexiglas’. Basta fake news, con la salute dei bambini non si scherza”. Come ha spiegato Il Corriere della Sera, in realtà, l’ex Ministro dell’Interno non ha torto: la Treccani chiarisce che il termine corretto è plexiglas: “Plexiglas è il nome commerciale – marchio registrato – di una resina termoindurente infrangibile, trasparente, più leggera del vetro, in luogo del quale viene adoperata per molti usi”. La prima azienda che ha prodotto il plexiglas – che si chiama appunto Plexiglas – sul suo sito ufficiale spiega che, col tempo, i consumatori hanno iniziato a chiamare il prodotto di polimetilmetacrilato, plexiglass.
Non hai letto il decreto (non è una novità), fai propaganda sulla sicurezza (non ci sarà nessuna gabbia di plexiglass). E non sai neanche come si scrive “plexiglass”. Essere bocciata da te è una promozione. Basta fake news, con la salute dei bambini non si scherza. https://t.co/0I0quOKC45
— Lucia Azzolina (@AzzolinaLucia) June 8, 2020
Fonte: Agi, Repubblica, HuffingtonPost, Il Corriere della Sera