L’ex Premier Romano Prodi ha criticato l’atteggiamento del Presidente degli industriali Carlo Bonomi e auspica un intervento diretto dello Stato nelle imprese. Ma il Governo non rischia, per il Professore, dal momento che un’alternativa al Presidente Giuseppe Conte – a suo dire – non c’è.
L’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi – in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera – ha parlato della crisi economica incombente e delle strade da percorrere per far ripartire il Paese. Nei giorni scorsi il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi – dalle colonne della Repubblica – aveva attaccato apertamente il Governo accusando l’assenza di un piano a lungo termine per la ripresa dello sviluppo mentre le imprese sono ancora in attesa dei sovvenzionamenti richiesti e temono per la tenuta del sistema industriale. Bonomi si era lanciato in affermazioni piuttosto forti: “Questa politica rischia di fare più danni del Covid. In autunno molte imprese non riapriranno, altre dovranno ridimensionarsi”. Ora Prodi ha rilanciato la palla, stigmatizzando le parole del Presidente degli industriali e invitando, al tempo stesso, l’Associazione a tenere alto il dialogo con l’Esecutivo, senza alimentare ulteriormente il clima disfattista che aleggia nell’aria. Per l’ex Presidente della Commissione Ue, le dichiarazioni di Bonomi sono distruttive: “È un’affermazione distruttiva. Esiste anche l’esame di coscienza. Ci aspettiamo che dica che cosa deve fare l’industria italiana per affrontare la concorrenza internazionale nel post Covid. A tutti, sindacati compresi, è richiesto un passo avanti”.
Il Professore bolognese ha rilanciato la proposta dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando, che aveva chiesto un post nei Cda delle imprese che richiedevano prestiti a fondo perduto o garantiti dallo Stato. Una richiesta però naufragata per l’opposizione di una parte stessa del Partito Democratico e di Italia Viva. Continua Prodi: “Quando è necessario bisogna pensare a una partecipazione pubblica di minoranza nelle imprese anche per difendere da mire straniere le aziende indispensabili al nostro futuro”. Non è chiaro, tuttavia, come tale nomina possa avvenire e fino a quali poteri debbano essere attribuiti al consigliere eletto dal Ministero.
Le critiche ricevute da Confindustria sono solo le ultime in ordine di tempo per il Governo. Gli attriti all’interno della Maggioranza – messi da parte in tempo di pandemia – sono tornati più potenti che mai. Mentre il leader di Italia Viva Matteo Renzi continua il suo ostruzionismo interno, il capitolo Mes continua a dividere Dem e Cinque Stelle. Ma – aggiunge HuffingtonPost – per Prodi non vi è all’orizzonte alcuna crisi di Governo: “I governi cambiano quando c’è un’alternativa”. I litigi, assicura l’ex Premier, verranno superati dalla necessità di un comune accordo di sopravvivenza. Nessuno vorrebbe andare alle urne in questo momento, con una rabbia sociale che cresce nel Paese, e assumersi la responsabilità dei mancati interventi. Vi è bisogno – ha spiegato il Professore – di rimettere in circolo i soldi degli italiani che invece in questa fase, dominata dalla paura e dall’incertezza sul futuro, stanno risparmiando. L’unica strada, dunque, per Prodi è la vecchia ricetta dell’aumento della domanda pubblica e privata.
Fonte: Repubblica, Corriere della Sera, HuffingtonPost