Neil Ferguson, epidemiologo inglese, ha puntato il dito contro italiani e spagnoli, colpevoli di aver contribuito alla diffusione del Coronavirus.
Neil Ferguson, epidemiologo dell’Imperial College di Londra, in un’audizione dinanzi alla Camera dei Lord inglese ha puntato il dito contro italiani e spagnoli, rei – secondo l’accademico – di aver contribuito alla diffusione del Coronavirus nel Regno Unito. Come riporta Il Corriere della Sera, ha spiegato Ferguson: “Ci stavamo preoccupando della Cina e di altri Paesi asiatici mentre è chiaro che c’erano centinaia se non migliaia di persone infette che arrivavano da Italia e Spagna”. Ferguson si riferisce ai giorni in cui era membro del Comitato Scientifico del Governo del Primo Ministro Boris Johnson, comitato che ha dovuto poi abbandonare a seguito dell’inchiesta del Telegraph che lo immortalò mentre evadeva il lockdown e aggirava le regole da lui stesso imposte al Governo per incontrare l’amante. Fu proprio il giovane accademico dell’Imperial, infatti, a convincere Johnson, il 23 marzo scorso, della necessità di un lockdown totale – contro l’iniziale teoria dell’immunità di gregge dell’altro consulente Patrick Vallance – con uno studio che teorizzò il decesso di oltre mezzo milione di britannici in assenza di misure di quarantena. Grazie al lockdown, concluse Ferguson in quella ricerca, le morti nel Regno Unito si assesteranno tra i 20mila e i 25mila.
Ma è questo il problema. Ma le sue previsioni si sono rivelate errate: i decessi per Covid sono più del doppio e il Regno Unito è il Paese – in termine di vite umane – più colpito d’Europa e il secondo al mondo dietro gli Stati Uniti. Dietro l’uscita dell’accademico dell’Imperial potrebbe esserci dunque la necessità di difendersi. Come aggiunge Open, Ferguson ha voluto in tal modo lanciare anche una frecciata al Governo britannico – che non lo ha difeso nello scandalo – che non adottò misure di quarantena per i viaggiatori provenienti da quei Paesi.
Fonte: Il Corriere della Sera, Open