I dubbi sulla fase 3 e la crisi economica: in calo la fiducia degli italiani in Conte

Il via libera agli spostamenti tra Regioni, la crisi economica, i tentennamenti su fronti cruciali come Giustizia e Scuola: il Governo è a un bivio. Mentre il Premier fa i conti con gli scontri all’interno della Maggioranza, gli italiani vedono scemare la fiducia nei confronti dell’Esecutivo.

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Dopo l’approvazione degli spostamenti tra Regioni – e da e verso l’estero – dal 3 giugno prossimo, il Governo ora dovrà convincere le Regioni più restie ad accettare il provvedimento. I Governatori non possono chiudere i confini delle proprie Regioni, ma hanno facoltà di introdurre misure restrittive o provvedimenti di quarantena – in nome della salute pubblica – per chi viene dai territori extraregionali, creando così non poca confusione sulla normativa. Mentre il Ministro delle Politiche Regionali Francesco Boccia assicura che si arriverà ad una soluzione prima della data fatidica, i Presidenti del Sud mostrano insofferenza per la decisione dell’Esecutivo. Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio e Toscana hanno chiesto al Governo di intervenire almeno sulle Regioni che al momento continuano a rilevare un alto tasso di contagi. Come riporta la Repubblica, ha spiegato il Governatore toscano Enrico Rossi: “O si fa un provvedimento distinguendo per Regioni come Lombardia, Piemonte e Liguria, che sono ancora più esposte al contagio delle altre, oppure, come sarebbe ragionevole, si aspetta un altro po’ tutti”.

Ma il Premier Giuseppe Conte – che ha incontrato lo scorso 8 maggio a Milano il Governatore Attilio Fontana e l’Assessore al Welfare Giulio Gallera – ha assicurato che la situazione in Lombardia è sotto controllo. I dati epidemiologici, parlano dello 0,2% della popolazione infetta in Lombardia e, per tale motivo, non sarebbe opportuno prolungare la chiusura dei confini. Un ragionamento però capzioso, dal momento che – come ammesso dagli stessi vertici della Protezione Civile e dall’Istituto Superiore della Sanità già ad aprile – i dati forniti sembrano incompleti e, pertanto, potrebbero non rappresentare il reale numero degli infetti. Non solo: manca una documentata e ampia ricerca sierologica. Ad ogni modo saranno visualizzati i dati sino al pomeriggio del 2 giugno ma, salvo un inatteso e drammatico aumento dei contagi, il provvedimento sarà confermato.

Ma ci sono altre riflessioni da fare, dietro a questa scelta. Un’eventuale chiusura avrebbe ripercussioni pesanti sul giudizio dei lombardi nei confronti del Governo. L’Esecutivo, e Conte stesso, hanno goduto di ampia fiducia nella popolazione dall’inizio del lockdown, ma il trend – da metà maggio – ha subito flessioni significative. A tenere banco la paura degli italiani per la crisi economica: il ritardo dei bonus ai lavoratori autonomi o della cassa integrazione, così come gli aiuti alle imprese intrappolati nella macchina burocratica, sono stati percepiti come inadeguatezza dal Paese. In più grandi temi, molto sentiti dagli italiani, e sui si dibatte da anni, come la Giustizia e la Scuola, sono stati affrontati in maniera troppo velleitaria. Come spiega Il Corriere della Sera, tutto ciò si evidenzia nei sondaggi elaborati dall’Ipsos. Il Premier Conte ha perso 6 punti di gradimento – 3 invece l’Esecutivo – dal mese scorso. Per ciò che concerne gli orientamenti di voto, ha spiegato Nando Pagnoncelli, i partiti mantengono più o meno gli stessi rilievi del mese scorso, mentre a crescere è l’ala degli indecisi e astensionisti.

La Lega di Matteo Salvini resta il partito preferito dagli italiani – pur perdendo 1 punto – attestandosi al 24,3%. Il calo è dovuto dalla perdita di fiducia anche del leader milanese e dei temi classici cavalcati dal partito (immigrazione e sicurezza) scemati di importanza dall’inizio della pandemia. Non solo: il sondaggio ha rilevato un importante passaggio di voti leghisti a Fratelli d’Italia, mentre un’altra importante fetta è indecisa. Segue il Partito Democratico stabile al 21,2% che vede in questi mesi cambiare il suo elettorato: i moderati hanno seguito Matteo Renzi, mentre la nuova Segreteria di Nicola Zingaretti ha permesso il ritorno di anime di sinistra e ambientalista nel partito (anche se lo zoccolo duro dell’elettorato rimangono i pensionati). Segue il M5S al 16,7% – ovvero il partito che ha perso più consensi in questi mesi – che paga sia la confusione all’interno del Movimento, sia il poco apprezzamento del lavoro del Ministro Lucia Azzolina sul fronte scuola. In continua ascesa Fratelli d’Italia ormai al 16,2%, mentre la fiducia in Giorgia Meloni ha quasi sfiorato quella di Conte. A premiare il partito dell’ex Ministro della Gioventù l’atteggiamento da “opposizione responsabile” di questi mesi e l’immagine più unitaria rispetto a quella di Salvini, specie al sud. Segna una ripresa Forza Italia, attestata al 7,4%, mentre Italia viva è ferma al 3%.

 

Fonte: Repubblica, Il Corriere della Sera

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