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Cronaca

Coronavirus, Ricciardi: “In Lombardia bisognava aspettare a riaprire”

Il professor Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza, giudica un azzardo la decisione di aver riaperto i confini regionali anche per la Lombardia.

I dati riportati dalla Protezione Civile in merito alla situazione odierna ci informano che i casi attualmente positivi scendono ancora e arrivano a 43.691, segnando una decrescita di 2484 persone rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore i morti sono stati 111 che portano il totale a 33.340. Il totale dei guariti sale a 155.633, +2789 rispetto a ieri. Continua a migliorare la situazione negli ospedali: i pazienti ricoverati sono 6680, -414 da ieri mentre nelle terapie intensive rimangono 450 assistiti, – 25 rispetto a ieri.

Ad oggi in Italia il totale dei casi è di 232.664, + 416 rispetto a ieri. Nel conteggio di oggi manca la Regione Abruzzo che non ha ancora inviato i dati.

Casi in calo e riapertura dei confini regionali

Visto il trend positivo della curva dei contagi – che continuano a scendere – il Governo ha deciso di confermare la data del 3 giugno per la riapertura dei confini tra le Regioni e verso l’estero. Non tutti sono d’accordo con una riapertura che non faccia distinzioni tra regioni dove i casi sono ancora numerosi e altre dove il virus ormai è quasi scomparso. Al governatore della Sardegna, Christian Solinas, che ha chiesto la “patente d’immunità” per chi proviene dalla Lombardia, si sono presto accodati i governatori del Lazio, della Campania della Sicilia e della Puglia che preferirebbero aperture diversificate. Ma il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia pare non volerne sapere di riaperture a macchia di leopardo nè patenti che certifichino l’immunità. Tuttavia non sono solo i politici ad essere perplessi sul “liberi tutti” anche per la Lombardia. Anche il virologo Walter Ricciardi, docente di Igiene alla Cattolica nonché consigliere del Ministro della Salute Roberto Speranza – intervistato da La Stampa – sarebbe dell’idea di attendere ancora un po’. “Dove la circolazione del virus è ancora intensa bisogna essere prudenti. Per la Lombardia un po’ di attendismo non guasterebbe. Ma le mie sono considerazioni scientifiche. Spetta alla politica decidere in base a considerazioni sociali ed economiche”.

E di ragioni economiche ha parlato il Governatore della Liguria Giovanni Toti. In Lombardia si trovano alcune delle mete privilegiate dai turisti provenienti dall’estero infatti. Milano, capitale della moda, attira da sempre turisti provenienti – in particolare – dalla Russia, dalla Cina, dal Giappone e dagli Emirati Arabi. Toti – riferisce Adnkronos – ha puntualizzato che non riaprire significa provocare conseguenze economiche gravi almeno quanto quelle sanitarie: “Nessuno ha la bacchetta magica e nessuno è a cuor leggero. Ma chi pensa che questo Paese debba rimanere ancora fermo non si rende conto che i numeri dell’economia possono diventare dolorosi quanto e più del virus“. E ha proseguito spedito premendo l’acceleratore sulla necessità, per l’economia nazionale e per il Pil del paese, di riaprire anche la Lombardia insieme a tutte le altre Regioni: “Tenere chiusa la Lombardia significa chiudere il triangolo Torino-Milano-Genova, essenziale per il sistema industriale e di export. Penso che nessuno abbia l’obiettivo di salvare l’Italia dal Covid e poi condannarla alla recessione”.

E al di là delle valutazioni economiche che – come ha precisato il virologo – spettano ai politici, Ricciardi, nell’ultimo periodo è stato al centro dell’attenzione mediatica per la sua posizione all’interno dell’Oms. Infatti – spiega Il Fatto Quotidiano – il mese scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha invitato la stampa italiana ad evitare l’uso di espressioni che possano far pensare che il professor Ricciardi rappresenti il punto di vista dell’Oms anche a proposito del Covid 19. Il virologo che oggi è piuttosto perplesso sulla riapertura dei confini lombardi, soltando a fine aprile – riportava La Stampa – aveva dichiarato che, secondo uno studio americano, il virus al sole, con 24 gradi e un tasso di umidità dell’80%  non sopravviverebbe oltre 2 minuti. “Uno studio presentato dal sottosegretario alla sicurezza Usa alla Casa Bianca  mostrerebbe che il virus soffre il caldo umido. Al chiuso con 35 gradi e l’80% di umidità resiste 1 ora. Se poi si è al sole bastano 24 gradi e lo stesso livello di umidità perché scompaia in due minuti”.

Fonte: La Stampa, Adnkronos, Il Fatto Quotidiano, Protezione Civile

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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