Un giudice è stato rimosso dalla sua posizione per aver posto domande illecite a una presunta vittima di stupro.
Mentre l’Italia vive lo scandalo del caso Palamara, in seguito alle ultime intercettazioni riportate da La Verità – la giurisdizione americana non vive tempi migliori. Infatti, l’ultimo scandalo riguarda un giudice della Corte Suprema del New Jersey, John F. Russo Jr, rimosso dalla sua posizione per aver chiesto a una presunta vittima di stupro se avesse tentato di “chiudere le gambe” per fermare l’aggressione. Il fatto, informa HuffPost, ha immediatamente fatto il giro del mondo, per l’assurdità dell’espressione pronunciata. Nello specifico, la donna stava cercando di ottenere un ordine restrittivo nei confronti del padre della figlia di 5 anni e accusava l’uomo di averla minacciata, aggredita e stuprata. Russo le ha chiesto se fosse in grado di impedire una violenza sessuale, poi ha respinto l’ordine restrittivo, affermando che la testimonianza non era credibile.
“Ha minato l’integrità del potere giudiziario”, ha affermato il giudice capo della Corte Suprema del New Jersey, Stuart Rabner, come informa anche il The New York Times. Le domande poste alla donna sono state definite “grossolane, irrilevanti, inappropriate e di cattivo gusto”, mentre i comportamenti del giudice “inquietanti”. In Tribunale, infatti, nessun testimone o presunta vittima dovrebbe essere trattata in questo modo. Le domande hanno sottoposto la donna in un profondo stato di vergogna, attribuendole in qualche modo colpe o responsabilità pur in maniera implicita. “Soprattutto quando si tratta casi di violenze domestiche e aggressioni sessuali, il tono deve essere solenne e rispettoso, non umiliante”, ha proseguito Rabner. L’espressione infelice del Giudice Russo, comunque, è solo l’ultimo di una serie di fatti infelici che lo riguardano. Prima diverse denunce per cattiva condotta; poi l’accusa di aver chiesto favori personali approfittando della sua posizione. Insomma, l’estromissione dal suo ruolo sembra essere solo il punto d’arrivo di una carriera destinata al tracollo.
Fonte: The new York Times, HuffPost
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