Un’analisi del profilo Facebook di Silvia Romano rivelerebbe il suo apprezzamento verso alcune persone di fede islamica, alcune dei quali estremiste e radicali.
Silvia Romano torna, agli inizi di maggio, in Italia con una nuova veste. Si presenta come Aisha e da subito la sua conversione fa discutere il paese intero. La giovane volontaria – rapita in Kenya nel novembre del 2018 – dichiara di non aver subito violente nei mesi di prigionia e, anzi, di aver chiesto volontariamente il Corano. Nonostante ciò le polemiche sfociano da ogni dove. Molti sono coloro che si sono espressi in sua difesa, ma molti di più sono i cosiddetti “haters”. In in molti casi le contestazioni sono sfociate in minacce al punto da portare la Procura di Milano ad aprire un’inchiesta. Come spiega il Giorno, si tratta di alcune persone che agiscono nascoste dai social e dai falsi nomi, che hanno scatenato una vera e propria campagna d’odio. In queste ultime ore Silvia Romano torna a far parlare di sé dopo lo svolgimento di un’analisi del suo profilo Facebook – effettuata tra il 24 e il 27 maggio. Da questa si sarebbe calcolata la presenza di molti like su pagine di matrice islamica: ben 16 su 21, riporta il Giornale.
Ma andiamo per gradi e vediamo quali sono i profili che hanno più impensierito: la prima pagina è “Siamo fieri di essere mussulmani”, la quale presenta al suo interno un forte propaganda filo-turca oltre che violenti attacchi verbali nei confronti d’Israele, del presidente egiziano – Abdelfattah al-Sisi e dei “reali” sauditi. Ma non finisce qui e ad attirare l’attenzione sono alcuni “post” che avrebbero accolto il gradimento della giovane volontaria. Uno tra tanti risale al 23 aprile ad opera del principe saudita Mohammad Bin Salaman al-Saud che critica i sauditi “maledetti“, colpevoli di aver “aperto di tutto nella terra sacra dell’islam, locali notturni, club, pub, discoteche e cocktail bar concerti, festeggia Halloween e dicono che tutto halal”. Non mancano le accuse al presidente egiziano – ritenuto colpevole della distruzione di 35 moschee ad Alessandra d’Egitto – e il presidente indiano Modi – definito “terrorista” mentre i regnanti sauditi ed emirati “servi di Satana” e “maledetti.” In ambito politico emergono subito le preferenze per pagine quali “Associazione Islamica di Milano”, ovvero la moschea di Cascina Gobba e “Musulmani in Italia” , dove compaiono immagini di diversi personaggi legati all’ambito Ucoii – Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia.
A far nascere numerose domande sono anche i profili che la ragazza sembrerebbe seguire, come quello di Nouman Ali Khan, controverso predicatore accusato nel settembre 2017 di molestie, rapporti inappropriati con le donne e abusi spirituali. Vi è poi quello di Zakir Naik, apologeta del suprematismo islamista favorevole alle pene corporali nei confronti delle donne e ai rapporti sessuali con le “schiave”, oltre che membro della pagina Facebook “Siamo fiera di essere mussulmani“: “La loro guerra contro l’Islam è destinata a fallire,” scrive, “Se l’Islam non fosse la vera religione di Allah, sarebbe già estinta”.