Coronavirus, secondo il medico che scopri l’Hiv non possiamo contare sull’immunità per sconfiggerlo

Il virologo e immunologo americano Robert Gallo si dichiara perplesso sull’utilità di un vaccino contro il Coronavirus perché, a suo dire, l’immunità potrebbe non essere duratura.

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I dati forniti dalla Protezione Civile relativi alla giornata di oggi ci informano che i casi attualmente positivi scendono a 47.986, con una decrescita di 2.980 assistiti rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 70 deceduti che portano il totale a 33.142. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 150.604, +3.503 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati con sintomi calano di 350 pazienti rispetto a ieri portando il totale a 7.379. Migliora ancora la situazione delle terapie intensive che si svuotano di altre 16 persone e fanno scendere il totale a 489.

Da ieri sono stati effettuati altri 75.893 tamponi per un totale di 3.683.144 mentre sono state testate altre 39.838 persone che portano il totale a 2.330.389

Ad oggi, in Italia, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 231.732, + 593 rispetto a ieri

Vaccino e immunità

Il continuo calo dei contagi ci fa essere sempre più ottimisti. Tuttavia diversi esperti e, persino il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, continuano a ripetere che potremo considerarci fuori dal “tunnel” del Coronavirus solo quando sarà pronto il vaccino. Ma se il vaccino si rivelasse inutile? Questa l’ipotesi avanzata dal virologo e immunologo americano Robert Gallo. L’esperto – intervistato da SkyTg24 – ha dichiarato che l’immunità data dal vaccino potrebbe non essere duratura perché il Covid 19 ha diversi ceppi. Il professor Gallo fu il co-scopritore del virus Hiv come causa dell’Aids a metà degli anni ’80 e ravvisa similitudini tra il Covid 19 e l’Hiv. Spiega che, come per l’Hiv, così anche per il Coronavirus, gli anticorpi potrebbero non durare e, dunque, ci si può anche riammalare di Covid 19. Ipotesi che trova riscontro nei fatti, in quanto, sia in Italia sia all’estero, ci sono stati casi di persone che hanno contratto l’infezione virale dopo esserne guarite una prima volta. Gallo spiega che per non riammalarsi si dovrebbe sviluppare un’immunità in grado di rispondere a tutte le varianti del virus. Ma si tratta di un’ipotesi – a suo dire – improbabile. “Credo saremmo esposti ad altri ceppi del virus. E temo, dunque, che l’immunità generata dal virus non sia duratura”.

Il virologo ha avanzato un’altra ipotesi e cioè che potrebbe risultare, invece, molto efficace il vaccino antipolio poiché potrebbe fornire una sorta di immunità innata. Contro questa tesi si è espresso il professor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani. Ippolito – riporta Huffington Post – ha dichiarato che serve uno studio randomizzato prima di esporsi: “Ogni giorno siamo sommersi da ipotesi. Ma finché non ci saranno prove e uno studio, allora questa resta una delle tante ipotesi senza sufficiente documentazione scientifica”. Ha aggiunto anche che una recente ricerca ha dimostrato il coinvolgimento dell’immunità T nel Covid 19. E che, pertanto, se tale immunità funzionasse, sviluppare un vaccino che andasse a stimolarla, sarebbe di grande utilità.

Fonte: SkyTg24, Huffington Post, Protezione Civile

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