Il fondatore delle Sardine, Mattia Santori, mette momentaneamente in stand by il movimento per capire quale direzione prendere.
Questi mesi di lockdown causati dall’emergenza Coronavirus, hanno messo in pausa non solo le attività commerciali, i ristoranti, le palestre e i musei. Anche le manifestazioni e i flash mob nelle piazze si sono dovuti arrestare. E così sono passati in secondo piano quei movimenti che, negli scorsi mesi, erano balzati agli onori della cronaca. Tra questi le Sardine del giovane Mattia Santori. Niente più dibattiti né ospitate in televisione, niente più interviste.Tuttavia il movimento, durante questi mesi, ha cercato di rimanere attivo. Qualche settimana fa Mattia Santori aveva rilanciato la proposta di introdurre una tassa sul patrimonio. Ad aprile il movimento ha donato 5000 mascherine ai senza tetto delle Regioni più colpite dal Coronavirus. Nel giorno di commemorazione delle vittime della mafia, sul loro profilo Twitter, le Sardine, prese forse dalla fretta, hanno pubblicato un post in cui ricordavano “Aldo Moro, ucciso dalla mafia”. Scivolone poi prontamente corretto.
A metà maggio le Sardidne – riportava Open – sono scese in piazza non con persone ma con piantine dando vita al flash mob “6000 piantine“. In pratica Mattia Santori e compagni hanno riempito di piante una piazza bolognese. Lo scopo era finanziare, attraverso la vendita, i teatri estivi di quartiere. Infine, qualche giorno fa, attraverso una diretta Facebook, Mattia Santori ha addirittura intervistato il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri non risparmiando commenti positivi sul modus operandi dell’esecutivo: “Grazie per il lavoro che fate. A volte bisogna andare oltre i colori politici”. Queste le parole del 32enne bolognese.
Ma, nonostante l’intensa attività anche durante i mesi di lockdown, ora i fondatori delle Sardine hanno deciso di consegnare il loro manifesto e poi prendere una pausa di riflessione. La notizia, ironia del caso, avviene quasi in concomitanza con la decisione a Palazzo Madama , da parte della Giunta per immunità, di non dare il via libera al processo contro l’avversario per antonomasia del movimento, Matteo Salvini.
In una chat interna al gruppo – riportata dalla Repubblica – Mattia Santori avrebbe scritto: “Sono consapevole che qualcuno preferirebbe farmi le scarpe e screditare me e le persone che mi supportano”. Del resto i dissidi interni si annusavano già da mesi. In particolare le divergenze vertevano su quale direzione far prendere al movimento. Alcuni vorrebbero lasciare tutto così com’è mentre altri preferirebbero buttarsi in politica e diventare un partito. Recentemente un’ex Sardina ha rivelato a Il Giornale diversi aspetti che non andavano già da mesi. Il ragazzo ha lamentato che si comunicava solo attraverso una chat piuttoto elitaria: ammesse soltanto 200 persone tra tutti gli esponenti. Poi una gara di visibilità tra i leader, liti continue, divergenze sempre più grandi tra chi obbediva in toto a Santori e chi rivendicava, invece, una certa autonomia. “C’erano tensioni forti. Ci si divideva tra chi credeva nel movimento e chi obbediva a testa china a Santori… Lorenzo Donnola e Jasmine Cristallo cercarono di togliere visibilità a Santori… L’incazzatura di chi credeva che le Sardine fossero qualcosa di spontaneo e di nuovo cresceva sempre di più”.
Ora, attraverso una lettera agli attivisti pubblicata sulla pagina Facebook del movimento, Santori ha spiegato che non si tratta della fine delle Sardine ma, semmai, di uno spartiacque. Un po’ come dire: chi ha le mie idee proseguirà con me, gli altri fonderanno forse un altro movimento. Il manifesto che i quattro ragazzi di Bologna consegneranno a tutti gli altri giovedì non avrà carattere politico, ma “valoriale”: nero su bianco si specificherà – una volta e per tutte – a quali principi s’ispirano le Sardine. “Un manifesto politico oggi porterebbe a nuovi litigi e a una marea di chiacchiere sterili… Ho sempre avuto un’idea precisa di quel che avrebbero dovuto essere le Sardine da grandi. Forse ho sbagliato ad aspettare tutto questo tempo a dirvela”.
Mattia Santori fa il punto della situazione con una lettera aperta, pubblicata sulla pagina ufficiale del movimento: “Sette mesi fa non frequentavo i social, non seguivo i talk show e usavo a malapena whatsapp web. Sette mesi fa sorridevo e mi fidavo delle persone. Ora è tutto diverso. So che avete notato uno stallo in queste settimane. Non vi nego che questo stallo è dovuto alla stanchezza e alla paura che tutto il lavoro fatto fin qui si traduca in un vantaggio per pochi e in una delusione per molti. Questa stanchezza e questa paura non sono solo mie. Altrimenti non sarei qui a raccontarvele” e sottolinea; “non posso scappare dalla mia responsabilità nei vostri confronti. Quindi tocca a me fare la prossima mossa. Conscio che non piaccio a tutti, conscio che qualcuno preferisce farmi le scarpe e screditare alle spalle me e le persone che mi supportano” E aggiunge: “So che molti di voi non si sentono a proprio agio nella dimensione puramente etica e culturale della politica…Ma sento che più prendiamo la direzione politica più finiamo per imitare gli altri” e aggiunge “spesso colgo solo tanta frustrazione e saccenza” Santori parla del suo movimento come di un “gruppo di persone che manco si fidano tra loro, né si conoscono“. Dopo il lockdown “la vita riparte e le truppe sono stanche. Non voglio” continua Mattia che non vuole avere la responsabilità di “generare una massa di frustrati rabbiosi” se, come sembra di capire, all’interno del movimento, continua a non esserci una visione d’intenti e di valori. Santori parla di “una legittima pausa di riflessione e di riposo” e di “uno spartiacque” tra prima e dopo.
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