La decisione del Governo di istituire la figura delle guardie civiche per controllare i cittadini non ha trovato il consenso di molti. Dure critiche anche dall’europarlamentare Carlo Calenda.
Il weekend appena trascorso ha significato il ritorno alla vita sociale per milioni di italiani. La riapertura di ristoranti, bar e pub ha comportato vedere strade e piazze di nuovo piene. Tuttavia, nonostante la fine del lockdown, il Covid 19 non ha ancora abbandonato il nostro bel Paese ed è dunque fondamentale continuare a rispettare il distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti. Purtroppo non tutti hanno rispettato le regole. Da Napoli a Milano i trasgressori non sono mancati. Per evitare il ripetersi della situazione che, se protratta, potrebbe costringerci ad un secondo lockdown, fatale per l’economia italiana, il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha preannunciato che verranno istituite delle guardie civiche. Ovvero verranno “arruolati”, attraverso un bando, 60.000 cittadini, preferibilmente percettori di sussidi statali, che avranno il compito di sorvegliare su altri cittadini. Non potranno fare multe ma dovranno controllare che gli altri rispettino le regole previste dal Dpcm ed, eventualmente, avvisare gli agenti di Polizia locale.
Ma la decisione del Governo di istituire queste nuove figure non ha trovato l’approvazione di tutti. E non parliamo solo di comuni cittadini che non impazziscono all’idea di venir sorvegliati a vista anche durante i momenti di svago. A intervenire duramente contro l’idea delle guardie civiche è stato l’europarlamentare di Azione Carlo Calenda. In un video su Twitter, Calenda si è espresso con toni molto critici mettendo in evidenza tutti gli aspetti antidemocratici di questa nuova figura. Che – a suo dire – potrebbe forse andare bene in Venezuela ma non certo in Italia.
Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno.
Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli.
Non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori.
Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno.
Assistenti civici
Facciamo che è stato solo un momento di distrazione collettiva. Pensiamo invece a supportare chi già fa tanto per la sicurezza degli italiani, parlo delle Forze dell’Ordine e della polizia locale.
Uno dei problemi che potrebbe verificarsi è il totale fallimento di queste figure, come fu per i navigator ai tempi del Reddito di cittedinanza: soggetti potenzialmente utili sulla carta ma non di fatto. Senza contare che potrebbe aprirsi una nuova caccia agli untori. All’inizio della Fse 1 molti puntarono il dito contro chi usciva con i cani; poi fu la volta dei runner e, ora, sta diventando la volta di chi esce la sera per andare a bere fuori con gli amici dopo mesi di chiusura.
Fonte: Repubblica, Carlo Calenda Twitter, Matteo Orfini Facebook, Carlo Sibilia Twitter, Gianluca Castaldi Twitter
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