Centinaia di Paesi chiedono un’inchiesta indipendente sulle origini del Coronavirus. Ma la Cina si oppone. E c’è un nuono mistero sui contagi
Numerosi stati membri dell’ONU si sono detti a favore della proposta di un’inchiesta per fare luce sulle circostanze e sulle modalità in cui il Coronavirus si è originato e diffuso dalla Cina al resto del mondo. I leader di 116 paesi hanno espresso la loro volontà di chiarire la faccenda, ritenendosi non sufficientemente soddisfatti nè delle indagini condotte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità né delle dichiarazioni ufficiali del Governo di Pechino, retto dal Presidente Xi Jinping. Da quanto riporta Il Fatto Quotidiano, la mozione è stata presentata nel corso della settantatreesima Assemblea Mondiale della Sanità a Ginevra, un incontro organizzato dall’ONU della durata di due giorni.
Tra i Paesi che hanno supportato l’iniziativa, arrivata dall’Unione Europea, ci sono alcune delle potenze mondiali più colpite dal Coronavirus, come la Russia e soprattutto gli Stati Uniti di Donald Trump. Il Presidente americano si è scagliato più volte contro la Cina, accusandola di aver sintetizzato il virus in laboratorio; di aver nascosto dati importanti alle nazioni infettate; e di aver tenuto una condotta poco trasparente nel corso della pandemia, comunicando cifre inesatte per quanto concerne i contagi e i decessi nel paese. Trump, inoltre, ha accusato l’OMS di aver fallito completamente nel suo ruolo e di essere “una marionetta nelle mani della Cina”, secondo La Repubblica.
Alle critiche del presidente americano verso l’operato cinese si aggiungono le lamentele di Taiwan. La nazione, non riconosciuta dalla Cina in quanto parte del territorio da riconquistare, non ha potuto partecipare alla conferenza in quanto Pechino si è avvalsa del diritto di veto per opporsi: “Abbiamo avuto appena 440 contagi e 7 morti per Covid-19, le informazioni in nostro possesso sono fondamentali”, attacca il ministro della salute di Taiwan Hen Shih-Chung, secondo Il Messaggero. “Ma a quanto pare, l’OMS preferisce assecondare le prepotenze della Cina”, ha detto il Ministro.
Non si è fatta attendere la replica del Presidente cinese Xi Jinping: “Il nostro paese è stato trasparente e responsabile. Ha sempre riferito i dati corretti con tempestività”, ha detto, dichiarandosi disposto a risarcire per due miliardi di Dollari le nazioni più colpite e ad accettare un’indagine sul territorio cinese a patto che non si tratti di un’iniziativa indipendente, ma di un’inchiesta ufficiale dell’OMS. Il tutto però, sempre secondo il Presidente cinese, non potrà avvenire immediatamente: qualsiasi indagine deve aspettare la fine dell’emergenza. E rimane poco chiara la situazione dei contagi in Cina. Qualche giorno fa alcune testate – Fanpage, TGCom24, SkyTg24 e Il Sole24Ore – riportavano di una nuova ripresa dei contagi. Si spiegava che si erano rintracciati nuovi focolai di infezione nelle regioni a nord-est del paese, in particolare nella provincia di Jilin. Le province interessate sarebbero state nuovamente sottoposte a lockdown. Si sosteneva che si erano disposti controlli a tappeto e l’isolamento domiciliare coatto per tutti i residenti delle aree ritenute a rischio, con la possibilità per una singola persona per nucleo familiare di uscire ad acquistare cibo e altri beni fondamentali. Una misura imponente, che avrebbe coinvolto almeno 100 milioni di persone.
Ma oggi – riferiscono la Repubblica e Il Messaggero – la Cina avrebbe dichiarato di avere zero contagi, di non aver registrato nessun nuovo caso per la prima volta da gennaio. La notizia giunge il giorno immediatamente dopo l’apertura del Congresso del Popolo dove sono stati celebrati i successi raggiunti nella lotta contro il Covid 19.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, Repubblica, Fanpage, Il Messaggero, TgCom24, SkyTg24, Il Sole24Ore
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