Il Coronavirus continua a mietere vittime in Svezia, dice la stampa mainstream. Il Paese ha scelto di andare controcorrente rispetto alla maggior parte dell’Europa e non ha attuato il lockdown. E’ stata una scelta oculata? Cosa dicono i numeri.
Tra le nazioni più colpite dal Coronavirus nel vecchio continente rientra anche la Svezia. Infatti – riporta Huffington Post – se prendiamo in esame il tasso di mortalità assieme al numero di casi e decessi, emerge – nell’ultima settimana – un indice di letalità del virus di 6,08 persone al giorno ogni milione di abitanti. Il tasso di letalità, quindi, supera quello di Gran Bretagna, Italia e Belgio, Paesi che hanno applicato misure restrittive piuttosto severe per prevenire il sovraccarico del sistema sanitario nazionale. La decisione del Governo di Stoccolma di lasciare aperto il paese e affidarsi al senso di responsabilità dei cittadini ha fatto discutere molto negli ultimi due mesi e sembra non aver portato i risultati sperati. “Il numero di persone che hanno sviluppato l’immunità al virus è più basso del previsto”, ha affermato Anders Tegnell, l’epidemiologo responsabile della gestione del Coronavirus in Svezia. Solo il 7,3% degli abitanti ha sviluppato anticorpi contro la pandemia mentre, dall’inizio dell’emergenza. La nazione scandinava ha contato 32.809 casi e 3.925 morti su circa 10 milioni di abitanti. L’Italia conta 32.616 decessi su una popolazione di circa 60 milioni.
Nonostante la Svezia senza lockdown abbia complessivamente percentuali inferiori a Paesi sottoposti a chiusure rigide, l’agenzia di valutazione Standard Ethics ha bocciato su tutta la linea la condotta del primo ministro svedese Stefan Lovfen, conferendogli un rating di “eee-“, il più basso, per come ha gestito la situazione di emergenza. Il rischioso esperimento svedese che si proponeva l’obiettivo di ottenere un’immunità di gregge è dunque fallito? Dai dati a disposizione sembrerebbe di si, anche se la valutazione è prematura e bisogna prendere in considerazione alcuni elementi prima di trarre una conclusione. La Svezia ha effettuato pochissimi tamponi rispetto alle altre nazioni europee (appena 20.78 ogni mille abitanti) e quindi i dati riguardo l’immunità di gregge non sono ancora definitivi. Inoltre, il Coronavirus in Svezia, come nel nostro Paese, ha colpito molto duramente le case di riposo che ospitano anziani i quali, spesso, hanno già più patologie gravi a carico.
Semmai un dato sconfortante è che, pur non avendo chiuso le attività commerciali, la nazione scandinava non scamperà alla crisi economica. La banca centrale del paese Risbank ha analizzato le perdite sul PIL a breve e a lungo termine. Nell’immediato il contraccolpo finanziario è stato molto più contenuto rispetto a quello di altri Paesi che hanno fermato le attività. Ma, tuttavia, si prevede comunque un calo del PIL attorno al 10% e una crescita della disoccupazione che si manifesteranno nei prossimi mesi. La nazione, inoltre, non è nemmeno tra quelle che possono vantare buone prospettive ripresa economica nel prossimo futuro. Infatti – riporta Il Corriere della Sera – il primato va alla vicina Danimarca che ha applicato misure restrittive comprendenti lockdown e distanziamento sociale.
Fonte: Huffington Post, Il Corriere della Sera