La mozione di sfiducia presentata dall’Opposizione non ha i numeri per passare nelle Aule, ma il Centrodestra potrebbe appoggiare la proposta della Senatrice Emma Bonino e tentare di spaccare la Maggioranza. A Palazzo Madama, numeri dei renziani decisivi.
Sono ore frenetiche in Aula dove si voterà la sfiducia al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Sono due le mozioni messe sul tavolo del Presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Casellati: una a firma Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia; l’altra a firma della Senatrice Emma Bonino. La partita si gioca sul filo del rasoio è ad essere decisivi sono i voti dei parlamentari di Italia Viva. L’ex Premier Matteo Renzi ha dichiarato che nulla è ancora deciso e che il suo partito ascolterà le parole del Guardasigilli e deciderà di conseguenza. Come riporta Repubblica, il Deputato e Coordinatore Nazionale di Iv, Ettore Rosato, ha ammesso l’esistenza di una trattativa con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il salvataggio del suo fedelissimo alla Giustizia. Spiega Rosato: “Non abbiamo chiesto nessun rimpasto di Governo ma facciamo una battaglia sullo sblocco delle infrastrutture. Avevamo chiesto il taglio dell’Irap e il premier Giuseppe Conte ci ha dato ragione“.
Nella serata di ieri, l’ex Ministro Maria Elena Boschi si è recata a Palazzo Chigi per informare Conte che il voto contrario alle due mozioni di sfiducia, da parte di Italia Viva, non è certo. Sul tavolo per la sopravvivenza dell’Esecutivo la richiesta del piano per le infrastrutture varato da Italia Viva e impantanato in Consiglio dei Ministri da diverse settimane. Renzi e i suoi sanno bene che sfiduciare Bonafede significa sfiduciare il Governo, un rischio che il Capo dell’Esecutivo non può certo permettersi. Come spiega Agi, difficile che Iv possa confluire sulla mozione del centrodestra – attribuendo poi un’eventuale crisi di Governo al lavoro dell’opposizione – ma è tentata dalla mossa di Emma Bonino, su cui potrebbero confluire i voti anche di altri parlamentari iscritti al gruppo misto (ex M5S con sete di vendetta con i vertici, fuoriusciti in questi mesi). A Palazzo Madama la Maggioranza può contare sulla carta su 161 voti, se i renziani dovessero votare contro – o anche astenersi – l’asticella scenderebbe a 144. Il centrodestra può contare su 139 voti, troppo pochi per far passare la mozione di sfiducia in un Senato senza nessuna assenza. Ma se il centrodestra dovesse convergere sulla mozione di Bonino – insieme ad Italia Viva – la situazione potrebbe capovolgersi. A questi, infatti, potrebbero unirsi quellli del Gruppo Misto – i Senatori Gianluigi Paragone e Gregorio De Falco hanno già annunciato di voler votare la sfiducia – più i nuovi arrivati, come Sandro Ruotolo, Tommaso Cerno e Matteo Richetti. A quel punto i voti arriverebbero a 159-161 (volendo contare anche il Senatore Mario Monti che non ha ancora sciolto la riserva). La sfiducia a Bonafede – che dopo le dimissioni da capo politico del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio è l’uomo più influente del Movimento 5 Stelle – significherebbe soltanto una cosa: crisi di Governo.
Fonte: Repubblica, Agi
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