Il programma tedesco adottato da Angela Merkel sembra aver funzionato contro il Coronavirus. La Germania si prepara ad aprire le frontiere, mentre gli altri Paesi fanno i conti con un rimbalzo della curva dei contagi.
La Germania sembra essere uscita quasi indenne, ma certamente in maniera migliore di altri Paesi, dalla pandemia da Covid-19 che ha travolto il mondo qualche mese fa. L’indice che colpisce maggiormente è quello della mortalità che, anche durante le fasi di picco, mentre in Italia e Spagna si alzava sino al 10%, in Germania restava ancora sotto l’1%. Questo a fronte di un lockdown che ha colpito soltanto in maniera marginale le aziende e che non è mai stato percepito dalla popolazione come asfissiante. Tale sensazione ha permesso ai cittadini tedeschi di affrontare con maggiore tranquillità il periodo di quarantena. Anche se durante il primo weekend post allentamento si era registrato un aumento dell’indice di contagiosità R0 – salito a 1,1- i nuovi dati indicano che la situazione è sotto controllo: come riporta Adnkronos, il valore in questi giorni è sceso. Il Robert Koch Institute ha fissato, infatti, a 0,8 l’R0.
Il successo di quello che viene definito come “modello tedesco” è costituito da un vincente intervento nel campo della prevenzione e di un sistema ospedaliero forte che durante la pandemia è stato costantemente consolidato. La comunicazione chiara ed efficace del Governo guidato dalla Cancelliera Angela Merkel ha fatto il resto: i cittadini tedeschi erano perfettamente consci della situazione e di come dovevano comportarsi per interrompere il contagio nel Paese. Il primo step – decisione arrivata anche guardando l’evolversi della vicenda lombarda – sono stati i controlli di massa: screening a tappeto e mappatura dei contagi avviate già a marzo. Ulteriore intervento è stato il blocco e l’isolamento del paziente contagiato che, a differenza di quanto pare essere avvenuto in Italia almeno nelle prime settimane, veniva sempre seguito anche a casa.
L’ottima organizzazione delle strutture ospedaliere – la Germania conta il numero più alto di posti letto di terapie intensive e sub-intensive d’Europa – e delle strutture territoriali hanno permesso, anche in pieno picco di contagi, di non far mai andare sotto pressione gli ospedali. Ci sono anche altri aspetti, come spiega Qui Finanza, che molti esperti sociologi hanno evidenziato per spiegare il successo tedesco. In primo luogo, l’età media degli ammalati di Coronavirus in Germania è stata di 46 anni – contro i 65 dell’Italia; in secondo luogo, il diverso rapporto all’interno delle strutture familiari. In Italia i nonni italiani hanno molti più rapporti con i nipoti, e in tanti casi vivono nella stessa casa delle famiglie dei loro figli. Pochi giorni fa, il Parlamento tedesco ha approvato la “Legge sulla protezione delle infezioni”, un vademecum di disposizioni per i cittadini per affrontare la nuova fase della pandemia.
Tornando alla Germania, che si riapre a riaprire le frontiere, particolare attenzione – per evitare l’aumento dei contagi – sarà rivolta alle case di cura e agli ospedali: test che verranno drasticamente aumentati, con l’obbligo di registrare ogni risultato negativo, o delle persone risultate guarite. Obiettivo quindi una mappatura di ampio spettro. Si continueranno ad effettuare test di massa, affidati ai presidi locali. Il Governo Merkel ha approvato anche un bonus destinato agli operatori sanitari: un bonus di mille euro per queste figure professionali e la promessa di un aumento dello stipendio mensile.
Fonte: Adnkronos, QuiFinanza
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