Silvia Romano non era una cooperante e non era prigioniera, dice l’ambasciatore del Belize

Ancora molte le perplessità su tutta la vicenda che ruota attorno al sequestro di Silvia Romano. Secondo alcuni la ragazza non era una prigioniera e non era neppure una cooperante di una Onlus.

silvia romano non era prigioniera

La liberazione della giovane Silvia Romano ha destato non solo polemiche ma anche dubbi. E’stato pagato un riscatto? Nei giorni scorsi circolava la notizia che il Governo italiano avesse sborsato la bellezza di 4 milioni di euro ai terroristi che l’avevano rapita. Notizia smentita dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma ora entrano sulla scena altre informazioni che aumentano la confusione intorno a tutta la vicenda. Intervistato dalla Zanzara su Radio 24, Pupi D’Angeri – l’ambasciatore del Belize presso l’Unione Europea – ha rilasciato una dichiarazione importante, se non sconvolgente: “Vi rivelo una cosa: a un certo punto Silvia Romano è stata acquistata e non è stata più prigioniera.Anzi: è una signora dalle uova d’oro. Ha portato 4 milioni di euro in dote al gruppo terroristico. Lei è una di Al Shabaab”. D’Angeri ha proseguito con affermazioni sempre più pesanti. Infatti ha sostenuto che Silvia Romano ha una relazione con uno dei suoi rapitori con il quale si sarebbe congiunta in matrimonio. Questa notizia non giunge nuova, era circolata già mesi fa ma la ragazza si era affrettata a smentirla non appena ritornata in Italia. Ma l’ambasciatore asserisce: “Una donna che abbraccia la religione musulmana lo fa per sposare l’uomo che ama. E per la legge del ricongiungimento familiare il suo sposo può venire qua in Italia anche domani mattina”.

In realtà secondo il Corano una donna non musulmana può sposare un uomo musulmano. In virtù dell’educazione religiosa dei figli, che spetta al padre, un uomo di fede musulmana può sposare fino a 4 donne purché di religione monoteista. Dunque Silvia Romano – ammesso che si sia davvero coniugata con uno dei suoi rapitori – non doveva necessariamente convertirsi all’Islam. L’inesattezza dell’ambasciatore Pupi D’Angeri potrebbe forse essere legata a dimenticanza. Ma non sappiamo se il gruppo jihadista di Al Shabaab abbia una visione particolarmente rigida dell’Islam da prevedere il matrimonio solo tra musulmani.

Ma non è solo il matrimonio, vero o presunto, a lasciare perplessi. Stando a quanto detto da Daniela Gelso, Project manager di alcune delle principali Ong italiane e francesi, la signorina Romano non sarebbe stata neppure una cooperante. Gelso – intervistata da TPI – ha spiegato che per essere ritenuti cooperanti o volontari bisogna essere inseriti in uno specifico progetto di sviluppo. Mentre Silvia Romano era partita con una Onlus, Africa Milele, che non è una Ong e senza nessun contratto di questo tipo. Nessun progetto di sviluppo ma la sola mansione di far giocare i bambini del villaggio di Chakama. “I cooperanti sono persone altamente specializzate e i programmi in cui sono inseriti non consistono in carità o assistenzialismo. Silvia Romano era solo una neolaureata inesperta esposta a rischi enormi”. Dito puntato, dunque, contro Africa Milele. Gelso precisa che si tratta di un’associazione piccolissima, non accreditata dall’Associazione Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo e , presumibilmente, a conduzione familiare. Inoltre – in base alle informazioni presenti sul sito – non risulta ben chiaro di quali attività si occupa come non è presente alcun bilancio che rendiconti la gestione dei fondi e nessun rapporto annuale delle attività svolte. Al momento Africa Milele è nell’occhio del mirino. Infatti – riferisce Il Fatto Quotidiano – ieri mattina i Ros sono entrati negli uffici di Fano per raccogliere informazioni sulle attività svolte e per verificare le condizioni di sicurezza in cui si trovava Silvia Romano al momento del suo rapimento.

Fonte: TPI, Il Fatto Quotidiano, Radio24, IslamItalia

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