La sanatoria non basta, braccianti in sciopero: “Interessa non far marcire la frutta, non i nostri diritti”

I braccianti agricoli scioperano contro la regolarizzazione approvata dal Governo su spinta del Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova.

Aboubakar-Soumahoro

Arriva in queste ore l’annuncio di uno sciopero dei braccianti promosso dal sindacalista dell’USB Aboubakar Soumahoro: il 21 maggio non ci sarà nessuno nei campi a raccogliere frutta e verdura. Le ragioni dietro la protesta sono legate al decreto proposto dal Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova che ha spaccato a metà l’opinione pubblica, tra chi lo considera un passo fondamentale nella lotta al caporalato e chi lo ritiene un pessimo messaggio per i datori di lavoro che hanno sempre rispettato le regole. La proposta concederebbe una regolarizzazione temporanea di sei mesi ad alcuni migranti irregolari che lavorano nei campi, estendibile di altri sei mesi qualora le aziende volessero mettere in regola gli interessati. Soumahoro – riporta Fanpage – si è detto profondamente deluso da alcuni punti del decreto: “Il provvedimento esclude tante categorie di lavoratori in nero come riders, ambulanti, persone impegnate nella ristorazione. E’ evidente che si stanno preoccupando solo di non far marcire i raccolti. Ma non siamo solo braccia per i campi, siamo esseri umani”. Il provvedimento di Bellanova infatti interessa principalmente due categorie di lavoratori: i braccianti e le badanti. Si tratta di lavoratori in nero il cui operato è fondamentale in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando da mesi. Ma Soumahoro dice di non volere un contentino e che si batterà affinché la lotta al caporalato e al lavoro in nero sia presa sul serio: “Il provvedimento prevede la subordinazione del permesso di soggiorno al contratto, nulla impedisce ai datori di lavoro di sfruttare lo stesso i braccianti assunti” – continua il sindacalista, invitando la politica italiana a seguire l’esempio dei medici iniziando a salvare le vite senza fare distinzioni di razza e reddito.

La notizia dello sciopero dei braccianti ha suscitato varie reazioni nel mondo politico. Prima tra tutte quella del segretario federale della Lega Matteo Salvini che ha accettato un confronto video con l’esponente dell’USB. Inizialmente, il politico ha esposto la sua tesi secondo cui la lotta al caporalato passa attraverso provvedimenti economici riguardanti le aziende. I toni si sono scaldati quando Salvini ha espresso perplessità sulla legittimità di uno sciopero organizzato da irregolari – riporta Il Fatto Quotidiano. Per tutta risposta Soumahoro ha invitato l’ex Ministro degli Interni ad indossare gli stivali e andare a lavorare nei campi per combattere il caporalato in prima linea ricordando che la piaga del lavoro in nero riguarda anche gli italiani e non soltanto gli immigrati. Il sindacalista – riporta Huffington Post – ha concluso, infatti, affermando di aver ricevuto messaggi di sostegno anche da tanti italiani che si stanno rendendo conto delle condizioni di vita delle persone che lavorano per far arrivare regolarmente il cibo nei supermercati. Alcuni dei messaggi arrivano anche da persone che sosterranno attivamente la protesta non andando a fare la spesa nel giorno prestabilito e da agricoltori che sciopereranno a loro volta. Lo stop del lavoro nei campi del 21 Maggio sembra dunque inevitabile a meno che il Governo non consideri le modifiche proposte al decreto che interesserebbe, secondo le stime di Bellanova circa 600.000 lavoratori.

Fonte: Huffington Post, Fanpage, Il Fatto Quotidiano

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