Niente bagni in piscina e vietati i giochi in spiaggia. Ecco l’estate che ci attende

Il Premier Giuseppe Conte ha assicurato che sarà un’estate al mare e non in quarantena. Ma le regole che le spiagge dovranno adottare potrebbero mettere in serie difficoltà i gestori degli stabilimenti balneari che rischiano ingenti perdite.

 

Estate, per la maggior parte degli italiani ma non solo,è sinonimo di “mare”. Il Premier Giuseppe Conte – intervistato dal Corriere della Sera – ha assicurato che l’estate 2020 non sarà un’estate in quarantena e che potremo goderci le nostre tanto amate vacanze in spiaggia. Ha altresì invitato gli italiani a prediligere mete autoctone, senza volare all’estero, in modo da far ripartire l’economia nazionale. Tuttavia gli stabilimenti balneari, al fine di minimizzare i rischi di nuovi contagi di Coronavirus, dovranno adottare misure piuttosto rigide. Se fino allo scorso anno eravamo abituati a chiacchierare con i vicini di ombrellone, la prossima estate risulterà più complicato viste le distanze obbligatorie previste dal decreto. Infatti – riporta Adnkronos – la distanza minima tra le file degli ombrelloni dovrà essere di 5 metri mentre gli ombrelloni della stessa fila dovranno essere distanti tra loro almeno 4,5 metri. E anche tra lettini e sdraio dovranno intercorrere almeno 2 metri e, possibilmente, dovranno essere assegnati sempre alle medesime persone. Prevista la sanificazione obbligatoria giornaliera. Scordiamoci le spiagge affollate: gli ingressi saranno contingentati e ci sarà la prenotazione per fasce orarie probabilmente tramite apposite App. Anche i pagamenti dovranno avvenire, preferibilmente, tramite sistemi elettronici o App. Vietato l’utilizzo di piscine interne agli stabilimenti balneari come saranno vietate attività ludiche che potrebbero favorire assembramenti. Mentre saranno consentiti gli sport in acqua come surf, canoa, vela e ovviamente nuoto. Sarà invece vietatissimo restare fermi in acqua senza fare nulla. Niente più bambini a mollo con braccioli e paperelle, dunque. Gli utenti dovranno indossare la mascherina all’arrivo e all’uscita dalla spiaggia e all’interno della spiaggia saranno collocati diversi dispenser per l’igienizzazione delle mani. Regole analoghe varranno anche per le spiagge libere dove ognuno potrà portare la propria attrezzatura sempre rispettando il distanziamento. Si prevede che molte spiagge libere potranno essere date in gestione ad associazioni di volontariato che dovranno garantire il rispetto delle regole.

Inoltre- spiega la Repubblica – negli stabilimenti e nelle spiagge libere attrezzate verrà istituita una specifica figura: il Covid manager. Ovvero colui che dovrà monitorare le spiagge e garantire che le misure di distanziamento vengano rispettate dai bagnanti. I gestori degli stabilimenti già fanno i primi conti. Più che sui guadagni sulle perdite però. Infatti ingressi contingentati significa, necessariamente, ingressi ridotti e, dunque, minori introiti. Senza contare che sarà vietato consumare pranzi o aperitivi o spuntini ai tavolini interni degli stabilimenti. Sarà consentita solo la consumazione nella propria postazione in spiaggia. Michele De Fazio, dello stabilimento La Bonaccia di Ostia prevede già la perdita di almeno 40-50 ombrelloni e 120-140 lettini. Il signor Franco Petrini, dello stabilimento balneare La Nuova Pineta, sempre ad Ostia, ha tristemente commentato: “Quest’anno c’è proprio la ciliegina sulla torta. Questo potrebbe far decidere molti di noi ad abbandonare questa avventura”. Marco Maurelli, direttore Fedrbalneari Italia ha calcolato che gli stabilimenti partiranno già con una perdita prevista del 60% e tutto il settore del turismo avrà, in media, una perdita di 30 milioni di euro. Tuttavia, precisa: “Non riaprire sarebbe una sconfitta non solo per gli imprenditori ma, soprattutto, per lo Stato”.

Fonte: Corriere della Sera, Repubblica, Adnkronos

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