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Politica

Boss mafiosi scarcerati, il Ministro della Giustizia mette nei guai il Governo

 Il clamoroso scontro tra il magistrato Nino Di Matteo e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sta facendo esplodere il Parlamento. Non solo le opposizioni ma anche Matteo Renzi chiede chiarezza e subito.

 

In questi giorni dove il Governo è impegnato a cercare di gestire la fase due del Coronavirus, il Parlamento rischia di “esplodere” a causa di un’altra questione di tutt’altro tipo ma, certo, non meno grave. Si tratta del clamoroso scontro avvenuto, pochi giorni fa, tra il magistrato Nino Di Matteo, ex pm antimafia di Palermo, e il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Tutto ha avuto luogo durante la diretta di una nota trasmissione televisiva: Non è l’Arena, condotta da Massimo Giletti su La7. In pratica per uno stesso fatto sono state fornite due versioni molto distanti. Non sarebbe la prima volta – molti potrebbero pensare. Tuttavia ora la questione è davvero grave perché il dibattito ruota intorno a due temi scottanti: le carceri e i boss mafiosi. Il magistrato  ha sostenuto che il Ministro nel 2018 gli aveva proposto di fare il capo delle carceri ma, dopo solo due giorni, quando Di Matteo si disponeva ad accettare l’incarico, Bonafede gli comunicò di averci ripensato e di aver assegnato quel ruolo ad un altro magistrato. Tuttavia propose a Di Matteo di ricoprire un altro ruolo:  quello di direttore degli Affari penali. Dalle parole del magistrato s’intravede uno scenario non rassicurante: il ministro avrebbe ritirato la proposta per possibili malumori da parte dei boss confinati il carcere.

Di Matteo, che oggi vive sotto scorta, fa parte della corrente della magistratura che chiede il mantenimento di pene durissime per i mafiosi. Le ipotesi che le parole del magistrato lasciano aperte sarebbero avvalorate da alcuni scambi intercorsi, a inizio giugno 2018,  tra due importanti boss mafiosi. I due – riporta La Sicilia – avrebbero parlato proprio della nomina del magistrato a capo delle carceri. “Vogliono mettere Di Matteo a capo delle carceri.Questi ci vogliono di nuovo chiudere come topi. Sono pazzi” avrebbero detto i due.

Ben diversa la versione del ministro grillino. Bonafede ha dichiarato su La7 che, fin da principio, aveva messo sul piatto le due opzioni spiegando a Di Matteo che, a suo avviso, gli Affari penali erano più consoni alla sua figura: quello era il posto che fu di Giovanni Falcone, un ruolo chiave nella lotta alla Mafia. Ora il Corriere della Sera riferisce di un Guardasigilli che, proprio nelle ultime ore, avrebbe dichiarato che serve una netta inversione di rotta: si appresta a varare un decreto per rimandare in carcere i boss mafiosi. Nonostante fu proprio un suo il decreto a premettere la scarcerazione dei boss in regime di 41 bis.

Lo scontro in Parlamento

E dagli studi televisivi il caso Di Matteo-Bonafede è arrivato in Parlamento. Da un lato – riferisce l’Ansa – il premier Giuseppe Conte e il M5S si sono subito schierati dalla parte del Ministro Bonafede. Conte ha dichiarato di avere piena fiducia nel Guardasigilli mentre il capo dei grillini Vito Crimi ha commentato: “Respingo con convinzione gli attacchi politici o le congetture prive di fondamento rispetto a scelte compiute da Bonafede”. Sulla stessa linea anche il Ministro degli esteri Luigi Di Maio il quale ha ribadito che i Cinque Stelle sono entrati in Parlamento con il chiaro scopo di fermare le mafie e non certo di assecondarle. Gli alleati del PD si mantengono garantisti ma chiedono che Bonafede vada a riferire in Parlamento. Il Dem Andrea Orlando ha sostenuto sarebbe gravissimo se un ministro si dimettesse solo sulla base di sospetti sollevati da un magistrato. Si verrebbe a creare un precedente insidioso. Ma i partiti di Opposizione non hanno tardato a chiedere le immediate dimissioni di Bonafede. Ma anche all’interno della maggioranza c’è chi non è cosi garantista e pretende chiarezza. Infatti il leader di Italia Viva Matteo Renzi – durante la trasmissione L’Aria che Tira su La7 – ha detto:  “Sia Bonafede che Di Matteo vengono da una cultura giustizialista, è un regolamento di conti tra giustizialisti. Bonafede deve chiarire il suo atteggiamento discutibile. Siamo in presenza di una clamorosa vicenda giudiziaria, mi aspetto parole chiare in Parlamento e al Csm. Questa vicenda rischia di essere il più grave scandalo sulla Giustizia degli ultimi anni”. Il Centrodestra ha annunciato una mozione di sfiducia unitaria contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Fratelli d’Italia e la Lega, riferisce Il Tempo. E, a questo punto, la vera incognita ha un nome e cognome: Matteo Renzi. Tutto dipenderà dal comportamento dei suoi: a febbraio avevano annunciato la volontà di presentare una mozione di sfiducia a Bonafede, sulla questione prescrizione. Iniziativa archiviata per l’insorgere dell’emergenza Coronavirus. Potrebbe essere l’occasione irripetibile per una resa dei conti, con lui e non solo con lui.

 

Fonte: Ansa, La Sicilia, La7, Corriere della Sera, Il Tempo

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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