Il ministro Teresa Bellanova ha proposto una regolarizzazione temporanea di badanti e braccianti. Altrimenti, potrebbe dare le dimissioni.
L’emergenza riguardante la pandemia di Coronavirus ha portato alla luce molte situazioni complesse che prima facevano parte della quotidianità nel nostro paese. Il caso più eclatante riguarda le molte persone che lavorano in nero in Italia. Il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova ha recentemente proposto di inserire nel prossimo Dcpm che dovrebbe regolamentare la riapertura di numerose attività commerciali una regolarizzazione temporanea per i braccianti e le badanti che lavorano in nero. Il ministro arriva a prendere in considerazione le dimissioni se la sua proposta dovesse ricevere un responso negativo, riporta Open: “Le persone interessate dal decreto non possono votare, non sono in cerca di consensi” ha affermato Bellanova “Quindi se la mia proposta viene bocciata inizierò a considerare l’idea di dimettermi”. La proposta del ministro risale ad alcuni giorni fa e consiste nella concessione di un permesso della durata di un semestre. A quel punto, le aziende che dovessero decidere di regolarizzare i dipendenti in nero possono ottenere un nuovo permesso di altri sei mesi. Il ministro Teresa Bellanova, prima di arrivare a considerare le dimissioni, aveva rilasciato a Stasera Italia alcune dichiarazioni in cui spiegava nel dettaglio le ragioni dietro la sua proposta: “L’ultima cosa che ci serve in un periodo di crisi è di lasciar marcire i prodotti nei campi perché nessuno vuole andare a raccoglierli. Con questa misura potremmo eradicare il fenomeno del caporalato”
La reazione nei vari schieramenti politici
Non si è fatta attendere la reazione di Matteo Salvini alle dichiarazioni del ministro Bellanova. La Stampa ha riportato le parole del politico della Lega: “Sarebbe un segnale negativo nei confronti di chi segue le regole. Non si possono minacciare le dimissioni per una lite nel Governo in un tale momento di crisi”. Contrario alla sanatoria anche il leader del Movimento 5 Stelle Vito Crimi che ha rilasciato queste dichiarazioni a Il Sole 24 Ore: “Finché si parla di lotta al lavoro in nero, siamo pronti dai impegnarci. Ma non vogliamo accettare una misura sanatoria di questo tipo”. Il Ministro dell’interno Luciana Lamorghese ha affermato: “Al momento l’emersione di queste persone non è solo una questione di diritti dell’uomo ma anche di tutela della salute. Il governo sta cercando un punto d’incontro”. Possibilista Giuseppe Provenzano, Ministro per il Sud “Troveremo la soluzione – sono le sue parole riportate da Repubblica – e credo che sia urgente“.
Secondo le stime ufficiali, ci sarebbero almeno 600.000 badanti e braccianti in nero in tutta Italia che lavorano in molti casi per stipendi inferiori a 3 Euro l’ora. Non è tuttavia da escludere che siano molti di più. A sostenere il Ministro è Matteo Orfini, che ritiene giusta l’iniziativa e, pertanto, da sostenere con coraggio.
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Fonte: La Stampa, Open, Il Sole 24 Ore, Stasera Italia, Repubblica, Matteo Orfini FB