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Economia

I tedeschi si stanno stancando dell’Europa e questo è un problema dice Prodi

L’ex Premier, commentando la sentenza dell’Alta Corte di Berlino sul programma di salvataggi della BCE, chiede di aspettare le motivazioni della sentenza, ma avverte: l’Europa dovrà fare una scelta e passare ad un più ampio federalismo. 

La Corte Costituzionale tedesca, con una sentenza emessa nella giornata di ieri, ha giudicato “legali” gli acquisti dei titoli di debito pubblico da parte della Banca Centrale Europa, previsti nel programma Pspp, seguendo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2018. Ma, al tempo stesso, sollevato un dubbio sulla proporzionalità degli stessi acquisti, ovvero se si stato rispettato o meno il principio degli acquisti in base alle necessità dei singoli Stati. Se la BCE non dovesse chiarire questo aspetto, o se non riuscisse a convincere l’Alta Corte, entro tre mesi, per Berlino la Bundesbank si dovrà ritirare dal programma e lasciare i pacchetti dei titoli già acquistati. Una mossa che ha spiazzato e molto Bruxelles, con il Presidente della BCE Christine Lagarde che ha già specificato che l’Alta Corte tedesca non ha competenze in materia, dal momento che le azioni della Banca Centrale possono essere giudicate solo dalla Corte di Giustizia Europea.

La Corte Costituzionale si espressa dal momento che la Costituzione tedesca prevede tale principio di proporzionalità, rimandando il tutto quindi al Parlamento. Una mossa che rischia di inquinare il prossimo Eurogruppo previsto per l’8 maggio, e anticipa l’ostracismo, mai nascosto ma aumentato durante l’emergenza, di Berlino nei confronti dell’UE. Un sentimento molto radicato e diffuso in Germania, del quale la Cancelliera Angela Merkel non potrà non risentire. I programmi di salvataggio per i Paesi del Mediterraneo hanno incrinato il già delicato rapporto tra Berlino e Bruxelles. Una posizione di totale contrasto, ad ogni modo, non potrebbe portare ad una trattativa, in questa fase di emergenza, soddisfacente per tutti. L’economista tedesco Clemens Fuest, Direttore dell’Ifo, l’ha definita: “Una dichiarazione di guerra”. La Cancelliera Merkel, così come si apprende da fonti del Partito Cdu, ha promesso di occuparsi della questione, ma ha aggiunto che: “Si tratta di un verdetto importante, perchè riguarda i limiti di ciò che la Bce può fare”. 

In un’intervista rilasciata a La Stampa, l’ex Presidente della Commissione UE, Romano Prodi, ha commentato la sentenza, invitato alla cautela, dal momento che, il grande scoglio ovvero quello degli acquisti dei titoli, è stato ampiamente accettato. Spiega Prodi: “Non mi pare che si rischino contraccolpi drammatici ma certo bisogna leggere tutto il dispositivo nel dettaglio”. E continua: “Una sentenza che dà un colpo al cerchio e uno alla botte, che dice e non dice, ma che nella sostanza riflette l’attuale atteggiamento della Germania verso l’Europa: né caldo né freddo. Ma semmai tiepido”. L’ex Premier ha spiegato che ci saranno altri contraccolpi più importanti della richiesta in sè dell’Alta Corte tedesca. In primo luogo i riflessi giuridici che manifesteranno negli altri Stati membri e, in secondo luogo, la reazione dei sovranisti all’intrusione tedesca nei meccanismi europei.

Per Prodi, il principio di solidarietà nell’UE rimarrà sempre limitato dalla debolezza delle sue istituzioni. I sentimenti anti-UE generati dai contrasti tra le istituzioni comunitarie e gli organi degli Stati membri, possono essere raccolti dalle forze sovraniste. Il dubbio sollevato da Berlino sulla legittimità degli interventi della BCE, che potrebbero su larga scala indebolire l’eurozona, richiede anche una definitiva trasformazione dell’UE e il passaggio da una logica di Trattati ad una vera e propria democrazia federale e sovranazionale? Risponde il Professore: “In Europa la disputa purtroppo durerà fino a che non si cambieranno i poteri e le regole delle istituzioni europee e la solidarietà europea rimarrà sempre limitata dalla debolezza delle sue istituzioni”. Ad ogni modo l’ex Premier giudica positivamente la prima risposta arrivata dal Presidente Lagarde, che ha ricordato l’indipendenza del lavoro della BCE, che supera le norme nazionali “Finita l’emergenza sanitaria, ci sarà una recessione tremenda e ogni Paese avrà ancora più bisogno degli altri per rimanere in piedi” ha ricordato il professore in una recente intervista a Repubblica. Non ci sono alternative, ha sottolineato: “Da soli non contiamo nulla, ci sono 17 cinesi per ogni tedesco e 23 cinesi per ogni italiano

Fonte: Repubblica, La Stampa

Pubblicato da
Mario Cassese

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