Sono indirettamente vittime del Coronavirus anche i tanti italiani rimasti senza lavoro, senza casa e, talvolta, in fila al banco dei pegni per vendersi i pochi averi rimasti. In milioni rischiano la povertà.
Il Coronavirus ha piegato il nostro Paesi su due fronti: sanitario ed economico. E se le vittime dirette del Covid 19 vengono segnalate ogni giorno, quelle indirette passano troppo spesso inosservate. Secondo la stime riportate dalla Repubblica il mese scorso, sono circa 10 milioni gli italiani che rischiano di non riuscire a coprire le spese essenziali per continuare a vivere, precipitando a tutti gli effetti in povertà. Si tratta di ragazzi e ragazze che, da un giorno all’altro, hanno perso lavoro e casa e ora dormono per strada. Famiglie che non possono nemmeno più permettersi di fare la spesa e fanno la fila ai banchetti delle associazioni che distribuiscono gratuitamente generi alimentari. Nei casi più estremi alcuni arrivano a vendersi tutto pur di mettere in tasca qualche soldo.
Alcune delle persone in fila al Monte della Pietà di Torino hanno spiegato – al Corriere della Sera – come il Coronavirus abbia peggiorato le loro condizioni di vita . Tra queste c’è la signora Concetta, che ha origini siciliane e ha passato 55 dei suoi 78 anni a Torino. Il marito della donna è morto, una delle migliaia di vittime del Coronavirus nel nostro paese: “Devo sborsare 400 euro per il funerale di mio marito. Ha preso il virus in ospedale ed è morto, lo stato non paga niente”, dice sull’orlo del pianto la donna. C’è anche chi ormai fa tappa fissa al Monte della Carità per avere i soldi per fare la spesa come una signora di 86 anni che ha preferito rimanere anonima: “Sono in fila da stamattina. E’ la quinta volta che vengo, vivo da sola”. Julio invece viene dal Perù ma lavora in Italia da 22 anni, proprio in una delle Residenze Sanitarie Assistenziali che hanno contato il maggior numero di vittime del Coronavirus tra gli anziani. “Lì è una strage. Vedo morire un amico al giorno”, racconta l’uomo. In un quarto d’ora si entra, si depositano i propri beni e si ricevono i contanti. Nessuno fa domande, si firma una polizza da tre, sei, nove mesi e si esce con i soldi senza dover lasciare garanzie. Tra le persone in fila anche molti liberi professionisti come quelli che hanno protestato contro la fase 2 indetta dal governo. La situazione per tanti continua a precipitare: il virus non fa vittimesolo con il contagio ma anche tramite le misure prese per combatterlo. Il direttore Reiner Stager ha dichiarato di non aver mai visto così tante persone impegnare i loro aver come in questo periodo.
E, purtroppo, le misure fortemente restrittive previste per la fase due non consentiranno a molte attività di riprendere a pieno ritmo. Parrucchieri, ristoratori, bar, negozi di abbigliamento già stimano ingenti perdite a causa degli ingressi ridotti. Rischia di essere messo in ginocchio anche il settore del turismo, fiore all’occhiello del nostro bel Paese a causa delle restrizioni a cui gli stabilimenti balneari dovranno attenersi.
Fonti: Repubblica, Corriere della Sera