Marta Cartabia, Presidente della Corte Costituzionale interviene sul dibattito intorno ai provvedimenti del Governo durante questa emergenza sanitaria.
La relazione annuale presentata dal Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia, verte chiaramente sullo speciale periodo storico, anche dal punto di vista giuridico, che stiamo attraversando. Un documento che risulta, in vari passaggi delicati, un invito al Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a non smarrire mai la guida della Carta Costituzionale, anche se, altri strumenti potrebbero accelerare i tempi per l’approvazione di misure di emergenza, ciò non significa essere autorizzati ad esautorare il Parlamento. Come riporta Adnkronos, si legge nel documento: “La Costituzione non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali e ciò per una scelta consapevole. Ma offre la bussola anche per navigare per l’alto mare aperto nei tempi di crisi”. E ancora: “A cominciare proprio dalla leale collaborazione fra le istituzioni, che è la proiezione istituzionale della solidarietà tra i cittadini”.
Il Presidente Cartabia, invitato ad attuare maggiormente in periodo di crisi le indicazioni contenute nella Carta, auspica un impegno corale tra le Istituzioni, dal Parlamento al Governo passando per le Regioni e la Magistratura. Continua Cartabia: “In un tale frangente, osserva, se c’è un principio costituzionale che merita particolare enfasi e particolare attenzione è proprio quello della leale collaborazione”. Il Presidente della Corte, che ha superato l’infezione da Covid-19 da poco, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, è intervenuta sull’operato del Governo in questa delicata fase emergenziale e sulle polemiche nate, nel mondo politico ma anche in seno al modo giuridico-accademico, sul ricorso massivo del Capo del Governo Conte allo strumento dei DPCM.
Spiega Cartabia: “La nostra Costituzione, a differenza di altre, non prevede lo ‘stato d’eccezione’. Dunque, anche in situazioni di crisi valgono i principi di sempre, ma ciò non significa che non si debba tener conto delle circostanze e delle loro peculiarità”. E ancora: “Potremmo dire che i principi costituzionali sono sempre finestre aperte sulla realtà che devono sempre essere ispirate ai principi di necessità, proporzionalità, ragionevolezza, bilanciamento e temporaneità”. Cartabia ha ricordato che, La Corte costituzionale ha affermato in varie occasioni che “più la compressione di un diritto o di un principio costituzionale è severa, più è necessario che sia circoscritta nel tempo. Le limitazioni si giudicano secondo il test di proporzionalità che risponde a queste domande: si sta perseguendo uno scopo legittimo? La misura è necessaria per quello scopo? Si è usato il mezzo meno restrittivo tra i vari possibili? Nel suo insieme, la norma limitativa è proporzionata alla situazione?” Domande pressanti pronunciate in un periodo di pesante limitazione delle libertà personali di milioni di cittadini protrattesi per oltre oltre due mesi,
In merito al conflitto acuitosi durante questa emergenza tra Stato e Regioni, il Presidente della Corte ricorda che è la stessa Costituzione a tracciare un limite delle competenze e ad indicare i rispettivi ambiti. Pur auspicando un maggiore collaborazione tra Corte e Parlamento, che arriva spesso dalle motivazioni della bocciatura o meno di una specifica norma, Cartabia spiega che le due Istituzioni sono separate da solchi rigidissimi. E conclude: “La Corte non può mai rinunciare al suo compito di garantire i principi costituzionali e, alla fine, di giudicare la costituzionalità della legge portata al suo esame. Se non lo facesse, sarebbe molto grave”.
Fonte: Adnkronos, Il Corriere della Sera