Si è da poco conclusa la sperimentazione della cura al plasma per curare le persone infette dal Coronavirus. La terapia sta dando ottimi risultati ma sta anche incontrando anche parecchie resistenze.
Accanto alle sperimentazioni dei farmaci come il Tocilizumab in Campania e l’Avigan in Lombardia, nelle settimane scorse, in due centri medici, è stata avviata la sperimentazione della terapia con il plasma, che consiste nell’utilizzo del plasma di pazienti guariti dal Covid 19 per curare altre persone infette. Condotta dal Policlinico San Matteo di Pavia e dall’Ospedale Carlo Poma di Mantova, si è conclusa da pochi giorni e ha dato ottimi risultati. Il professor Massimo Franchini, responsabile dell’Immunoematologia e Medicina trasfusionale del Poma – intervistato dall’Adnkronos – ha spiegato che i risultati emersi dal primo trial fanno ben sperare. A Mantova la terapia al plasma è stata testata su 25 pazienti tra cui una donna in gravidanza. La fase più delicata e “certosina” sta nell’individuazione dei donatori. Perché non tutte le persone guarite dal Coronavirus possono andare bene. E’ necessario essere guariti da almeno 2 settimane, non avere altre patologie e aver sviluppato un numero sufficiente di anticorpi. In questo modo, la terapia è sicura al 100% e non ci sono rischi che vengano trasmesse malattie infettive. Vengono seguiti scrupolosamente i criteri del Centro Nazionale del Sangue (Cns).
A sostegno della terapia al plasma è intervenuto – a Radio Radio – anche il professor Giuseppe De Donno, primario del reparto di Pneumologia del Carlo Poma. De Donno ha spiegato che la terapia al plasma è un metodo già usato con successo durante l’epidemia di Spagnola che colpì l’Italia intorno al 1918-1919. Ha successo, soprattutto, se effettuata entro 10 giorni da quando il paziente “precipita” e non quando è già ad uno stadio troppo avanzato. Usata nei tempi idonei – chiarisce De Donno – permette di togliere ossigeno e ventilazione ai pazienti già dopo pochi giorni. Inoltre, a differenza delle terapie con farmaci, si può già dire che la terapia con il plasma non presenta effetti collaterali. Pertanto, si tratta di una terapia sicura che riduce anche tutti i fattori di infiammazione legati al Covid 19. Purtroppo, verso la terapia c’è molta diffidenza: “Con il plasma è il popolo che salva il popolo. Forse a qualcuno questo non piace”, ha commentato il dottor De Donno.
Ma intanto Pavia e Mantova hanno aperto la strada. Una strada che, a dire il vero, era stata già intrapresa dai cinesi ma che avevano abbandonato quasi subito. Ad oggi, ci sono 50 trial nel mondo su questa promettente terapia. E – riporta Il Messaggero – anche le case farmaceutiche stanno iniziando a vedere nel plasma un’opportunità per sviluppare un nuovo farmaco che possa curare il Covid 19. Il direttore del Cns Giancarlo Maria Liumbruno ha spiegato che: “Il plasma da può servire anche all’industria del farmaco per produrre le immunoglobuline specifiche”. Il donatore che è guarito e ha sviluppato anticorpi potrebbe infatti donare il plasma che potrebbe essere destinato per estrarre gli anticorpi. Le industrie ci starebbero già lavorando, ma serviranno mesi.
Fonte: Adnkronos, Radio Radio, Il Messaggero