I decreti legislativi varati da Giuseppe Conte per far fronte all’emergenza Coronavirus sotto sotto l’occhio di giuristi e avvocati, che hanno notato evidenze incostituzionali. Anche i Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto la sua al riguardo.
I decreti legge emanati dal Governo negli ultimi due mesi hanno portato molti cittadini a chiedersi se non si possa forse considerare un attentato alla Costituzione quello messo in atto dal Premier Giuseppe Conte, che sta di fatto imponendo misure molto restrittive alla la libertà personale. Non solo: anche molti rappresentanti dell’Opposizione hanno criticato decisamente le decisioni del Premier, accusandolo di aver messo in piedi una sorta di sospensione dei diritti costituzionali. Non a caso, l’ultima protesta della Lega, che ha occupato la Camera, ha avuto come obiettivo proprio la protesta contro i decreti emanati e contro la mancata retribuzione della cassa integrazione ai lavoratori.
Uno dei principi chiave della nostra Costituzione, in effetti, è quello della divisione dei poteri: una legge non può mai essere approvata se non è stata discussa e accettata in tutte le sue parti dalle Camere del Parlamento e successivamente firmata dal Presidente della Repubblica. Decreti legge come quelli emanati da Conte dall’inizio dell’emergenza, che limitano a tutti gli effetti la libertà personale dei cittadini, sono misure estreme entrate in vigore con effetto immediato senza essere stati prima approvati dal Parlamento. Tuttavia, se le Camere non li discutono e approvano entro 30 giorni, decadono. Questo fa si che i provvedimenti abbiano valore amministrativo, non legislativo, per impedire che un Governo possa imporre provvedimenti come farebbe una dittatura. Il garante di questo processo istituzionale è il Presidente della Repubblica, secondo cui i Dpcm non possono essere considerati un attacco alla Costituzione Italiana.
“Una situazione senza precedenti”
Sergio Mattarella si è già espresso due volte riguardo le azioni del Governo: i suoi interventi, riportati su Repubblica, risalgono al 5 e al 27 marzo. Durante il suo primo discorso, il Presidente ha dichiarato che le misure adottate sono conformi al parere di scienziati e medici per gestire la pandemia, dando così il suo benestare alle decisioni di Conte, raccomandando comunque una collaborazione con gli organi di Governo delle varie Regioni. Nel suo intervento a fine mese ha rimarcato il punto parlando di “misure molto severe ma fondamentali che dovranno comunque essere sottoposte al Parlamento“. Anche il Presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia ha espresso fiducia nel Governo. E, riferendosi ai decreti legge, ha sottolineato che “mai il ruolo delle Camere è stato messo in discussione nonostante i rallentamenti dovuti all’emergenza“, ricordando che se uno schieramento politico volesse intervenire sulla questione i parlamentari hanno sempre la possibilità di convocare le aule e discutere.
Intanto proseguono le proteste: Dire riporta alcuni estratti della lettera recapitata a Conte e Mattarella dai governatori di alcune Regioni che hanno richiesto che sia rispettata la possibilità di procedere a una riapertura calibrata in base alla situazione di ogni regione, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza. A differenza di altre nazioni come il Portogallo dove Governo e forze opposte hanno unito le forze per affrontare l’emergenza, sembra che in Italia collaborare contro un nemico comune sia ancora difficile.
Fonte: Repubblica, Dire