L’ex Premier ha parlato delle polemiche sollevate dal ricorso massiccio ai Decreti da parte del Capo del Governo durante questa emergenza e spinge affinchè Conte vada in Parlamento per affrontare la questione economica nelle Aule.
Il Senatore di Italia Viva, ed ex Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ospite del programma “Di Martedì”, condotto da Giovanni Floris su La7, ha parlato delle recenti critiche rivolte dal suo partito, presente nella Maggioranza, al Capo del Governo Giuseppe Conte. Renzi ha criticato apertamente, lo aveva fatto dapprima dai suoi social, il dossier, pubblicato dai media, redatto dal Comitato Tecnico-Scientifico, che avrebbe spinto il Premier a prolungare le misure di contenimento. Tale dossier, stimerebbe in 151mila unità i pazienti che si ritroverebbero in terapia intensiva se fosse stato il via libera al ritorno di tutte le aziende e i commercianti dal 4 maggio. Spiega Renzi: “Nel momento di massima emergenza, metà marzo, in Italia erano occupati 4.100 posti, oggi sono 1.863. Non sono numeri reali”.
Per il Senatore fiorentino, ci sono altri aspetti che preoccupano la gestione dell’emergenza da parte del Presidente del Consiglio, primo fra tutti la questione economica. L’emergenza occupazionale, ha spiegato Renzi, è possibile intravederla oggi in alcuni specifici settori, specie nel settore della ristorazione e in quello alberghiero a causa dell’approssimarsi della stagione estiva, ma in autunno sarà lampante in quasi tutti i settori dell’economia. Ecco perchè, spiega Renzi, Italia Viva spinge per una maggiore liquidità per i commercianti e per le aziende, verificando i compensi dello scorso anno e in base ad essi erogare soldi per il 2021. In questo momento, ha spiegato l’ex Premier, Spagna, Francia e Germania, dove alcuni settori economici non hanno chiuso oppure ci si appresta ad un’apertura imminente, nonostante siano entrate nell’emergenza sanitaria da Covid-19 dopo il nostro Paese, le aziende si apprestano ad accaparrarsi anche quelle fette di mercato che prima della crisi erano delle aziende italiane.
Infine Renzi ha sottolineato un altro aspetto, di non minor rilevanza: la questione costituzionale. Spiega l’ex Premier: “Ciò che sta accadendo adesso sarà un precedente per il futuro. Violare, o meglio derogare le regole della Costituzione avrà effetti futuri”. In tal senso, spiega Renzi, il DPCM varato è frutto del lavoro solitario di Conte. Continua Renzi: “Pensate cosa sarebbe accaduto se con un DPCM, firmato Silvio Berlusconi o Matteo Salvini, sulle misure del lockdown”. Il Senatore di IV ha chiesto esplicitamente a Conte il passaggio in Aula, specie quando si affronteranno le questioni più delicate, ovvero degli interventi economici, in modo da poter tramutare i provvedimenti in Decreti Legge. Queste disposizioni era plausibili nel mese di marzo, ovvero nel pieno dell’emergenza, quando le terapie intensive erano sull’orlo del collasso, ma ora non più.
Adnkronos sottolinea come Renzi ha voluto anche lanciare una stoccata al leader della Lega Matteo Salvini: “Ho impedito ad agosto scorso, contro anche l’opinione di quello che era allora il mio partito, di far prendere i pieni poter a Salvini”. E ancora: “Sono orgoglioso di questo: avrebbe affrontato l’emergenza in stile Papetee, come Bolsonaro”. Ma gli attacchi di Renzi non risparmiano nessuno, nemmeno gli ex amici, e oggi alleati, del Partito Democratico, specie nella figura del Sindaco di Milano Beppe Sala e nel Segretario del partito Nicola Zingaretti: “Se c’è qualcuno che non ha organizzato aperitivi a Milano o video di promozione turistica per dire: ‘Venite da noi’, quello non sono io”. E avverte: “Dopo i colpevoli dell’emergenza sanitaria dovranno pagare, ma ora dobbiamo stare insieme”.
Nel momento di massima emergenza l'Italia ha avuto 4MILA pazienti in terapia intensiva per COVID.
Oggi sono 1.863.
Dire che a giugno potrebbero esserci bisogno addirittura di 151MILA posti in terapia intensiva è FOLLE.
C'è chi vuole seminare il panico.
Noi manteniamo lucidità— Matteo Renzi (@matteorenzi) April 28, 2020
Fonte: Account Ufficiale Matteo Renzi, Adnkronos