L’agenzia di rating pone l’Italia appena al di sopra del livello spazzatura. Cresce il timore di assalti delle aziende straniere ai colossi italiani.
Fitch, agenzia di rating, ha declassato il nostro Paese, attribuendo all’affidabilità del debito pubblico un BBB- con outlook stabile, appena un gradino superiore al livello “Junk” (spazzatura). Come scrive Repubblica, la scorsa settimana, l’agenzia Standard & Poor’s ha invece confermato il giudizio di BBB. Spiega l’agenzia Fitch: “Il downgrade riflette il significativo impatto del Cornavirus sull’economia italiana e sulla posizione di bilancio”. E ancora: “Riteniamo che le tensioni politiche si intensificheranno con il rilassamento graduale delle misure di lockdown e l’attenzione politica si sposterà sull’economia e la risposta comune europea alla crisi”. A pesare sul giudizio, la possibile contrazione del Pil, che la stessa agenzia stima all’8%, e un aumento del rapporto debito/Pil al 156%. L’outlook stabile è figlio invece dell’idea che gli acquisti della Bce potrebbero aiutare l’Italia, allontanando i rischi di rifinanziamento.
Per il settore bancario, invece, Fitch, pur precisando che le decisioni prese dal Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbero garantire la qualità degli asset, ha ammesso che: “La profonda recessione amplierà probabilmente i rischi alla qualità del credito e metterà pressione sulla redditività del settore”. A stretto giro è arrivata la nota del Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri: “Fitch non tiene conto delle rilevanti decisioni assunte nell’Unione europea, dagli Stati che la compongono e dalle istituzioni che ne fanno parte”. E ancora: “In particolare, non sembrano adeguatamente valorizzati l’orientamento strategico della Banca Centrale Europea”. Ma dal Ministero precisano che i fondamentali dell’economia della finanza pubblica sono solidi.
Come aggiunge Inside, cresce la preoccupazione di un possibile attacco delle aziende straniere alla industrie strategiche del nostro Paese. A tal proposito il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, guidato dal Deputato della Lega Raffaele Volpi, sta indagando su quali potrebbero essere le aziende a maggior rischio durante questa crisi e per vigilare sull’applicazione di alcuni provvedimenti dell’attuale Governo, come il potenziamento del Golden Power, per difendere le aziende straniere da scalate internazionali. Il Senatore di Fratelli D’Italia, Adolfo D’Urso, ha annunciato che nei prossimi giorni incontrerà i vertici Unicredit, Generali, Mediobanca, Ubi, Crédit Agricole Italia, Intesa SanPaolo e Mps. Previsto anche un incontro con Deutsche Bank, che lo stesso Senatore definisce: “Un malato con in pancia un enorme quantità di derivati e ha una forte presenza in Italia”. Difficile che possano arrivare tentativi di scalate ad aziende strategiche come Eni, Enel o Leonardo, tentativi questi che verrebbero ricondotti ad una vera e propria “guerra commerciale”. Ma, non meno pericoloso, aziende straniere francesi, americane e tedesche, potrebbero passare all’attacco della grande filiera agroalimentare italiana, oppure alle piccole e medie imprese, di tecnologia e biotecnologia che stanno proliferando in Italia, e che potrebbero soffrire di liquidità nei prossimi mesi. Secondo i dati di “Industria Italiana”: “Nel decennio 2010-2019, il controvalore delle acquisizioni di industrie italiane dall’estero (40 miliardi), infatti è di gran lunga superiore alla somma delle acquisizioni di italiani all’estero (16,6 miliardi) e di italiani fra italiani (10,4 miliardi)”. Un trend che potrebbe diventare più aggressivo a causa della crisi economica se non si metteranno in campo misure di prevenzione e aiuto per le aziende del nostro Paese.
Fonte: Repubblica, Inside