Un recente studio condotto in Lombardia ha evidenziato che il 49% dei ricoverati in terapia intensiva per il Coronavirus non sopravvive.
I dati delle Protezione Civile di oggi confermano l’andamento positivo del trend. I casi totali sono 189.973, con un incremento di 2.646 casi nelle ultime 24 ore. Calano di 851 le persone assistite dalla sanità, mentre aumentano i guariti: 3.033 nelle ultime 24 ore, per un totale di 57.576. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza il numero dei guariti , nelle ultime 24 ore, supera quello dei nuovi positivi. I deceduti sono invece stati 464 nelle ultime 24 ore. Cala anche la pressione sui reparti di terapia intensiva: -117 unità rispetto a ieri.
Che il Coronavirus sia ben altro che “una semplice influenza” lo abbiamo capito tutti e da un pezzo. Come non è neppure una novità che la Lombardia sia stata, e continui ad essere, la Regione maggiormente colpita in Italia. All’inizio, esperti del calibro della virologa Ilaria Capua, specificavano che il Covid 19 è molto contagioso ma poco letale. Ma un recente studio svolto dal Policlinico di Milano ha portato alla luce un dato inquietante. Nonostante, come abbiamo visto anche oggi, i pazienti ricoverati in intensiva continuano a scendere, in Lombardia un paziente su due, ricoverato in terapia intensiva con il Coronavirus, non ce la fa e muore. Lo studio – riferisce Rainews – è stato svolto da un team del Policlinico e il ricercatore principale il dottor Giacomo Grasselli, responsabile dell’Anestesiae Terapia Intensiva adulti dell’Ircs di Milano. Sono stati presi in esame 1600 ricoveri in intensiva su tutto il territorio lombardo ed è emerso che il 49% dei pazienti muore. In pratica uno su due, cioè la metà.
Dai risultati di questo studio – riporta Adnkronos – è emerso che i decessi, in particolare, sono più numerosi tra i pazienti anziani e con precedenti patologie. Infatti circa 7 pazienti Covid su 10 avevano almeno un problema di salute prima di essere contagiati. La maggior parte era iperteso (49%), mentre almeno 1 su 5 (21%) aveva problemi cardiovascolari. Solo il 4% dei pazienti deceduti presi in esame aveva patologie croniche dell’apparato respiratorio. Tuttavia questo studio – ha spiegato il dottor Grasselli – pur importante ma non può essere considerato esaustivo. “E’ lo studio più completo pubblicato fino ad oggi ma i risultati sono preliminari e devono essere interpretati con cautela. Per ora, comunque, ci permette di avere un quadro più chiaro sulla situazione delle terapie intensive in Regione Lombardia”.
Un tasso così elevato di letalità potrebbe ricondurci anche ad un’altra ipotesi sostenuta da esperti come il dottor Giorgio Palù, presidente dei virologi europei. Ovvero in Lombardia il tasso così elevato di decessi potrebbe essere legato proprio ai troppi ricoveri. In pratica gli ospedali stessi potrebbero essere stati il luogo di contagio e ulteriore propagazione del Covid 19.
Fonte: Rainews, Adnkronos