Gli ultimi due interventi a conclusione della seduta del Senato, riunito per l’informativa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, hanno acceso gli animi e le polemiche tra i senatori.
“Ringrazio la maggioranza. I gruppi i parlamentare e i singoli senatori”. Fino a questo momento, Giuseppe Conte era andato bene durante l’informativa all’Aula di Palazzo Madama. Ma quando ha tirato in ballo l’Opposizione, dicendosi aperto al dialogo, all’apertura e alla considerazione, il Presidente del Consiglio è stato interrotto da brusii e grida. “Vergogna, vergogna”, si grida dai banchi dell’Opposizione tanto da costringere il Presidente Elisabetta Casellati ad un primo richiamo all’ordine. Che non ha successo. Il presidente del Consiglio prova a riprendere la parola, ma viene bloccato per tre volte. Duro, più di tutto, l’attacco dell’economista Alberto Bagnai: “A questo punto la situazione è chiara. Tutti vedono che chiunque sarebbe meglio di lei. Non so se, come alcuni dicono, il virus sia il risultato di un esperimento malriuscito. Lei certamente lo è… E con il massimo rispetto che è necessario che lei rassegni le dimissioni”.
Nel mirino dell’invettiva i “mezzi antidemocratici” con cui Conte starebbe guidando il Paese. Con la scusa dell’emergenza, ha detto il senatore, si è verificata l’egemonia del diritto alla salute, passando dalla dittatura del proletariato a quella della sanità. “Assistiamo inermi a questa inversione delle regole democratiche”, ha aggiunto Bagnai. Colpa di Conte, tra le altre cose, sarebbe l’aver neutralizzando l’azione del Parlamento cedendo di fatto più poteri alle task force.
Ma non è finita qui. “Quello che fa orrore – ha tuonato l’esponente del Carroccio – è che rappresentanti di questa maggioranza si vantano di avere preso decisioni gravide di conseguenze. Non esiste un Mes senza Troika, non si cambiano i trattati con le pacche sulle spalle”. Bagnai ha quindi accusato il governo giallorosso di aver preso decisioni “sospendendo la democrazia, con il risultato di rendere invisi ai cittadini italiani le forze dell’ordine”. Così, in chiusura del suo intervento, il senatore leghista ha invitato il premier a lasciare la guida del Governo.
Non è stata più leggera Giorgia Meloni: “Perché non sente il dovere di chiedere un mandato serio da questo Parlamento?. Forse a forza di frequentare i cinesi si è convinto di essere Xi Jinping…”. Poi, rispondendo all’attacco giunto qualche giorno fa durante una conferenza su Rai1, la Presidente di Fratelli d’Italia ha invitato a non fare lezioni in diretta televisiva. “Avete esautorato il Parlamento, rinviato le elezioni, ristrette le libertà ma sullo spartimento delle poltrone è tutto come prima, non c’è differenza“. Poi l’attacco passa ai 5 Stelle: “Dovevate specificare che volevate aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno per abboffarvi”. Meloni ha anche rispedito al mittente la collaborazione sbandierata dal governo: “Collaborazione? Può dirlo a chi sta a casa, ma non a noi”.
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