Coronavirus, 454 morti in 24 ore. “Ricoverate troppe persone, gli ospedali hanno favorito l’epidemia”

Il presidente dei virologi europei, il professor Giorgio Palù, sostiene che il numero elevato di decessi in Lombardia potrebbe essere legato ai troppi ricoveri.

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Oggi, lunedì 20 aprile, Angelo Borrelli ha riferito gli ultimi dati circa l’andamento del contagio nel nostro Paese. Gli attualmente positivi sono 108.237, con una decrescita di -20 unità. I deceduti sono invece 24.114, +454 nelle ultime 24 ore (+1,9%). I dimessi in totale sono 48.877, con un incremento di 1.822 casi, corrispondente al +3,9%. I ricoverati in Terapia Intensiva sono in totale 2.573, con un decremento di 62 unità. I tamponi effettuati sono stati 1.398.024, 41.483 nella giornata di oggi. Il totale dei casi, è quindi di 181.228 (+2.256).

Uno dei dati più sconcertanti riguardo al Coronavirus è il gran numero di decessi, rispetto ai contagiati, che ha causato in Italia. La Regione maggiormente massacrata è stata la Lombardia che, pure, vanta una tra le sanità migliori del Paese. Eppure secondo alcuni esperti il gran numero di morti in Lombardia sarebbe da collegare proprio ad un eccesso di ricoveri ospedalieri. Stiamo parlando del professor Giorgio Palù, il presidente europeo dei virologi. Il professor Palù già qualche settimana fa – riferiva Il Quotidiano del Sud – bocciava la via scelta dalla Lombardia in quanto avrebbe effettuato troppi ricoveri causando una duplice criticita.

Da un lato aveva causato l’insufficienza di dispositivi per la respirazione. Dall’altro lato i troppi ricoveri avrebbero anche favorito l’aggravarsi della situazione e, dunque, i decessi di molti più pazienti. “La Lombardia ha ospedalizzato il 66% dei pazienti. La risposta all’emergenza è stata sbagliata. Si è perso tempo e c’è stato un tasso di ricoveri troppo alto. Ora, come vediamo non ci sono più respiratori”. Ma il problema dei troppi ricoveri è ancora più grave in quanto – come spiegava il virologo – con il ricovero si favorisce la ricombinazione dei 20 geni da cui è composto il Covid 19. In questo modo aumentano le possibilità di infettare altri soggetti: “Questo virus muta molto meno di influenza e Hiv ma può ricombinarsi, cioè riassortire i suoi 20 geni. Con il ricovero favoriamo questa ricombinazione così il contagiato infetta altri pazienti“.

In una successiva intervista rilasciata a TgCom24, il professor Palù ha messo a confronto Veneto e Lombardia nella gestione dell’emergenza Coronavirus. Secondo il virologo il Veneto ha gestito in maniera eccellente la situazione non superando mai il 15-20% dei ricoveri, laddove la Lombardia ha superato il 60% contando il 14% di tutti i morti in Italia contro il 4-5% del Veneto. E troppi ricoveri ha comportato anche un gran numero di contagi tra gli operatori sanitari che, a loro volta, hanno infettato altre persone. Inoltre – ha specificato Palù – il Veneto ha un numero di posti in rianimazione pari a quello della Lombardia pur contando circa la metà degli abitanti. Pertanto, secondo le stime dello scienziato, la gestione lombarda dell’emergenza non è stata sicuramente la migliore. E la colpa di così tanti morti rispetto agli altri Paesi potrebbe non essere del virus ma di chi, per dimostrare la propria efficienza, ha ricoverato anche chi non era necessario ricoverare.

In effetti in Lombardia, solo tra il 25 e il 26 marzo, si era registrato un aumento di 2500 contagi. E che la situazione del Covid 19 sia stata ulteriormente aggravata e ampliata a partire dagli ospedali è opinione condivisa anche da altre voci autorevoli in materia. Lo stesso professor Massimo Galli, nel ricostruire la diffusione del virus – al Corriere della Sera – già a fine febbraio dichiarava che probabilmente il focolaio ha avuto origine proprio dall’ospedale di Codogno dove sarebbe stato ricoverato il famoso “paziente 0”. Il quale sarebbe stato asintomatico o con sintomi lievi. “Purtroppo in questi casi un ospedale può trasformarsi in un amplificatore del contagio, se la malattia viene portata da un paziente per il quale non appare un rischio correlato”.

Anche il professor Walter Ricciardi, scienziato e consigliere del Ministro della Sanità, durante un’intervista a L’Aria che Tira su La7, aveva messo in luce come la diffusione del virus sia legata agli ospedali. Tutto sarebbe partito, anche secondo Ricciardi, dal 38enne di Codogno il quale – probabilmente – avrebbe infettato il personale sanitario il quale, a sua volta, avrebbe infettato gli altri pazienti che avrebbero poi trasmesso il Covid 19 ai loro familiari. Il tutto in una Regione altamente popolata e molto attiva come la Lombardia.

Anche per il professor Pierluigi Lopalco, professore di igiene e medicina preventiva all’Università di Pisa, ora la sfida si gioca tutta negli ospedali. Già a fine febbraio – riferiva Open- il virologo dichiarava: “La sfida si gioca nei pronto soccorso, tra i medici di famiglia, gli infermieri che devono tutti dotarsi di strumenti per la protezione individuale. La vera frontiera sono le strutture ospedaliere, specie quelle piccole”.

Fonte: Il Quotidiano del Sud, Corriere della Sera, Open, La7, TgCom24

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