Sullo scontro in Maggioranza tra PD e 5 Stelle sul Mes, irrompe Confindustria che spinge verso la firma del trattato senza condizionalità. Prodi striglia i Dem, ma il Premier Conte è stretto nella morsa grillina.
L’unità, paventata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nei giorni scorsi, dell’Esecutivo sul rifiuto del “Fondo Salva-Stati” sembra esistere solo sulla carta. Il Partito Democratico spinge per l’accordo raggiungo dal Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri nella riunione con i suoi omologhi europei a Bruxelles. Come spiega Il Sole 24 Ore, il Segretario Dem Nicola Zingaretti ha lanciato una frecciata al Movimento 5 Stelle, da sempre contrario al progetto Mes: “Se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della sanità, credo che dovremo prendere queste risorse”. E sulle discussioni nelle stanze del Nazareno, scendono in campo i big del partito. David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, ha parlato di una sospensione di fatto del vecchio Mes, dal momento che, il nuovo accordo, manda in soffitta le condizioni sulla finanza pubblica prima inserite nell’accordo.
Paolo Gentiloni, Commissario UE all’Economia rilancia: “Si tratta di una linea di credito vantaggiosa, e ogni singolo Paese, inclusa l’Italia, può decidere se utilizzarla o no”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, secondo cui: “Tutti gli strumenti a disposizione, se sono senza condizionalità, andrebbero usati”. I democratici hanno ricevuto anche l’appoggio dell’amico/nemico Matteo Renzi, con il coordinatore di Italia Viva, Ettore Rosato che ha difeso l’operato di Gualtieri: “Un ottimo successo, sarebbe impensabile non utilizzarlo”. Campanelli d’allarme per i grillini, che hanno subito rispedito al mittente le frecciate. Il Sottosegretario all’Economia, Laura Castelli, come riporta Il Messaggero, ha chiuso la porta a qualsiasi tipo di dialogo all’interno della Maggioranza sul tema: “Uno strumento inadeguato. A livello europeo ci sono Paesi con esigenze diverse, e ognuno lo sta dicendo apertamente”.
Ci sono diversi fattori che hanno spinto il PD ad accelerare sul Mes, in vista della riunione del Consiglio Europeo del prossimo 23 aprile. I mercati hanno reagito bene alla proposta uscita dall’Eurogruppo, premiando i rendimenti dei titoli italiani, spingendo verso strumenti di finanziamento a basso costo. Altro elemento importante la spinta di Confindustria, che nei giorni scorsi ha rivolto un appello al Governo ad accettare il Mes senza condizionalità. Spiega l’unione degli industriali: “In un momento così delicato è di vitale importanza riuscire a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per assicurare al paese le risorse necessarie a superare l’emergenza sanitaria e avviare l’indispensabile fase della ripresa economica”. Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria, in un’intervista al Corriere ha detto a chiare lettere: “Ci sono 8,8 milioni di lavoratori a casa, e sono tutti posti di lavoro potenzialmente a rischio”. Terzo punto, ma non meno importante nella dialettica interna del PD, è la posizione dell’ex Premier Romano Prodi, che spinge il partito uno strumento di finanziamento a basso costo e lungo termine. Gli economisti del campo Dem spingono all’adesione al Mes, anche per far aprire le porte dell’OMT, il meccanismo di interventi della BCE che opera sulle scadenze più brevi. La strada è però in salita sia per l’ostruzionismo dell’opposizione sia per il M5S pronto a far saltare il tavolo del Governo. L’ultima parola, ad ogni modo, spetterà al Parlamento.
Fonte: Il Sole 24 Ore, Il Messaggero