L’Istituto Superiore della Sanità mette un freno alle nostre speranze sull’andamento del Coronavirus e afferma che non sarà maggio il mese in cui si arriverà a zero contagi.
I dati della Protezione Civile di mercoledì 15 aprile riconfermano il trend positivo sull’andamento del Covid 19. Ad oggi le persone contagiate in Italia, in totale, sono 105.418, 1127 più di ieri mentre, nelle ultime 24 ore, si è registrato un incremento dei decessi pari a 578 unità. Ma continuano a decrescere le persone in terapia intensiva che, in totale, sono 3079, -107 rispetto a ieri. Come scende anche il numero dei ricoverati: -368 da ieri. Il 71% di tutte le persone infettate dal Coronavirus è in isolamento domiciliare, senza alcun sintomo o con sintomi lievi. Continua a crescere, invece, il numero dei soggetti guariti: + 962 di ieri e, in totale, 38.092.
La situazione sta migliorando. Lentamente ma sta migliorando. Seguiamo con ansia il bollettino quotidiano della Protezione Civile che, ogni giorno, ci informa sul numero di contagi e di decessi collegati al Coronavirus. Restano sempre molti ma da settimane l’andamento è di decrescita. Soprattutto per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva. A fine marzo – riportava AGI – una ricerca condotta dall’Einaudi Institute for Economics and Finance, basata sui dati della protezione Civile, indicava proprio maggio come mese dell’uscita dal tunnel. Per alcune Regioni, addirittura, aprile. Purtroppo non sarà così. Maggio non sarà ancora il mese del tanto atteso numero 0. A dirlo – riporta Fanpage – è Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS). Secondo Rezza siamo ancora in piena Fase 1 e il numero 0 è ancora ben lontano dal numero di persone contagiate. Per non parlare dei decessi che, secondo il medico, saranno gli ultimi a calare. “A maggio non arriveremo a zero contagi. Il virus non stopperà la sua circolazione. Forse a Wuhan ci sono riusciti ma stanno avendo casi di ritorno”. Inoltre l’infettivologo specifica che i contagi, in molte città, nonostante il lockdown e il rispetto delle restrizioni, non scendono, perché il contagio avviene anche in ambito domiciliare, tra familiari o tra vicini di casa. E spiega anche che i casi che vengono registrati oggi in realtà non sono proprio nuovi ma frutto di contagi avvenuti anche 20 giorni fa. Infatti – spiega il dottor Rezza – non è detto che la notifica dei contagi avvenga immediatamente. Spesso anzi trascorrono anche molti giorni. E ancora più giorni poi quando si parla di decessi. Pertanto ciò che noi pensiamo stia accadendo oggi, in realtà è accaduto tempo fa ma è stato notificato oggi.
Tuttavia una notizia estremamente positiva il dottor Rezza ce la dà: ad oggi non si sono riscontrati, in seguito all’infezione da Covid 19, danni residuali sugli organi. Per il momento una persona guarita sembra non avere residui. Si stanno facendo studi su possibili danni del sistema nervoso centrale come la perdita dell’olfatto accusata da alcuni pazienti dopo la guarigione.
Fonte: Fanpage, AGI
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