Il direttore d’orchestra Riccardo Muti, in una lunga intervista, ha parlato dell’attuale emergenza sanitaria, invitando a pensare, piuttosto che al futuro che ci attende, al presente che vede tantissimi italiani in difficoltà.
Il direttore d’orchestra Riccardo Muti, in una lunga intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, ha raccontato della sua quarantena – che sta trascorrendo nella sua casa di Ravenna – e ha cercato di fare il punto della situazione sull’emergenza sanitaria da Covid-19 che ha colpito il nostro Paese. Con particolare riguardo a quella crisi economica che si fa sempre più realistica, specie nel campo della cultura, ha spiegato: “Penso a milioni di persone che non riescono a comprare il necessario per vivere, ai miei ragazzi dell’Orchestra Cherubini. I teatri sono chiusi, la musica si è fermata e loro, il meglio prodotto dai Conservatori, non guadagnano un euro”.
Alla domanda se segue il bollettino quotidiano il Maestro risponde: “Non più, ogni giorno ci dicono che i dati da una parte migliorano, dall’altra peggiorano. E non capisco un accidente, non sono Einstein ma nemmeno lo scemo del villaggio. Mi viene il dubbio che questa confusione aiuti qualcuno, non so chi sia. Troppi medici dicono cose contrastanti“. E afferma, inoltre: “...e poi quei continui appelli a lavarsi le mani, legittimi per carità, ma… la tv tratta gli italiani come sottosviluppati“. Anche lui si sente agli arresti domiciliari e, pur ritenendo la misura legittima non può non dolersi del modo con cui certe misure vengono imposte: ” …elicotteri della polizia sulle nostre teste, per sorvegliare che stiamo a casa, come se fossimo un popolo di malfattori...”
Il Maestro mostra evidente sofferenza per i continui moniti fatti alla popolazione che, in realtà, salvo rare e al tempo stesso gravi eccezioni, ha risposto in maniera eccellente alle misure di contenimento. Ma, da direttore d’orchestra, non può non chiedere uno sforzo maggiori alle Tv nazionali, che ricoprono un grande ruolo nella routine quotidiana degli italiani in quarantena, sul fronte della cultura. Muti chiede più concerti, più fantasia e meno pigrizia anche per sostenere il peso di un isolamento che inizia a farsi sentire. Un appunto che, il maestro, aveva già avanzato in un’intervista rilasciata a Il Messaggero, in cui Muti criticava la tv odierna: “Non se ne può più di cuochi e cucina. Il pubblico ormai applaude a comando: questa non è cultura, è narcotizzare la gente che avrebbe invece bisogno di una sferzata di cultura”.
Il musicista ha anche rivelato di non guardare i bollettini medici riferiti ogni giorno dalla Protezione civile, a causa della troppa confusione che non aiuta. Quanto al braccio di ferro tra il Governo del Premier Giuseppe Conte e un’Europa che si è mostrata troppo rigida ed egoista, Muti ha affermato di essere schifato dal comportamento dell’Europa, poco riconoscente negli aiuti dell’Italia dati all’UE. Continua Muti: “Uno scossone di questo genere porterà a un adattamento a una situazione diversa. Non sto a pensare troppo se ne usciremo migliori, e non penso al futuro ma all’oggi”.
Vista la crisi odierna, secondo Muti, c’è bisogno di soluzioni affinché le persone indigenti possano vivere. “Non sopporto i politici che pontificano, che illudono”, dice Muti, secondo cui la proposta avanzata di concerti con l’orchestra in platea e il pubblico nei palchi, non è una scelta ipotizzabile, dal momento che si rischierebbe di favorire pochi privilegiati. A tal punto, spiega il maestro, meglio le dirette streaming. E chiosa: “Io sento che il vaccino lo troverà uno scienziato italiano. Spero che si torni a una vita normale. Ma, come dice Eduardo de Filippo, adda passà ‘a nuttata”.
Fonte: Il Corriere della Sera, Il Messaggero