A Treviso è morto, infettato dal Coronavirus, Nicola Omiciuolo. L’uomo aveva 59 anni e faceva il corriere.
Il Covid-19 colpisce sempre più persone. E, nonostante la curva stia calando, resta alto il numero dei contagi e anche delle vittime. Tra coloro che non si arrestano e continuano il loro lavoro, nonostante il lockdown del Paese che, però, non si estende anche a loro, vi sono i corrieri. Sono a contatto con centinaia di persone ogni giorno, esposti a un notevole rischio e, spesso, non adeguatamente tutelati. Proprio il mese scorso – riportava il Corriere della Sera – erano arrivati i primi reclami a seguito del contagio di un driver della filiale Amazon, ricoverato all’ospedale di Busto Arsizio. Subito, i dipendenti della filiale si erano mossi per richiedere una maggiore tutela: “Chiediamo dispositivi di sicurezza, non solo per tutelare noi ma anche i clienti. Ogni giorno effettuiamo dalle 120 alle 150 consegne, entrando in contatto con altrettante persone. In questo periodo siamo tra le poche categorie che continuano a lavorare come prima, come se fossimo immuni al Coronavirus“.
E, infatti, la vittima anche tra i corrieri è arrivata. Si tratta – riferisce Il Messaggero – di Nicola Omiciuolo, corriere 59enne di Treviso. Lavorava per Ups. Risultato positivo al Coronavirus, è morto dopo tre settimane di sofferenza. A raccontare lo strazio resta la moglie Ivana: “È successo tutto così in fretta che non abbiamo neanche avuto il tempo di riflettere assieme, di chiederci dove potesse esser stato contagiato. Del resto, con il suo lavoro, Nicola entrava in contatto con molte persone.Non avrai mai immaginato che avrei perso Nicola in questo modo. A breve avrebbe compiuto 59 anni, non gli mancava molto alla pensione”. Una storia di immenso dolore, dunque, quella di Nicola e Ivana. Proprio per il timore di venire infettato, Nicola aveva deciso di mettersi in ferie. Purtroppo, però, era troppo tardi. La moglie spiega che l’uomo aveva iniziato a sentirsi male subito dopo. Lei avrebbe voluto portarlo in ospedale ma il medico curante, non essendoci altri sintomi oltre la febbre alta, aveva consigliato di restare a casa e continuare con la terapia farmacologica. Ma quando, dopo giorni, Nicola è riuscito a effettuare una radiografia, le sue condizioni di salute erano ormai troppo aggravate dalla polmonite causata dal Coronavirus. A quel punto il ricovero e dopo pochi giorni l’intubazione. Ivana non lo ha più rivisto dopo il ricovero. E ora nemmeno la possibilità di dare un ultimo saluto con il funerale .“Non possiamo fare il funerale. Spero soltanto che, per quando si passerà alla fase 2, Nicola possa almeno avere un ultimo saluto come si deve”. Queste le parole sofferte della madre Fernanda, che abita a Fontanelle.
Simona Contaldi
Fonte: Corriere della Sera, Il Messaggero
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