L’indomani dell’accordo dei 27 membri dell’UE, che prevede prestiti per oltre oltre 540 miliardi con tre strumenti già previsti, e nessun accenno agli Eurobond, si avverte il senso di sfiducia verso un’Europa che sembra aver mancato un importante occasione di coesione.
Il patto a cui sono giunti i Ministri delle Finanze dei Paesi membri UE nelle serata di ieri è al centro del dibattito politico italiano. Saranno poi i 27 leader europei a ratificare, nel prossimo Consiglio previsto per la prossima settimana, l’accordo che prevede prestiti per 540 miliardi suddivisi in tre diversi pacchetti: Mes, Sure e Bei. Ed è immotivato l’ottimismo mostrato dai rappresentanti del Governo italiano a Bruxelles: la sottoscrizione dei patti, che nel progetto Mes prevede una spesa di circa il 2% del Pil di ogni singolo Stato, nel caso italiano circa 35 miliardi, è legata all’inserimento delle condizioni di controllo non appena l’emergenza sarà finita.
Si è parlato, in linea di massima, di un Fondo di Ripresa Economica, che potrebbe arrivare ad altri 500 miliardi, per il rilancio dell’economia, ma nulla sulla carta è stato sottoscritto. E non c’è nessun accenno, neanche minimo, all’introduzione dei cosiddetti Eurobond. Questa è la vittoria perfetta per l’Olanda, la Germani e gli altri Paesi del Nord Europa. Nei giorni scorsi le i Governi italiano e spagnolo, sostenuti in maniera parziale anche dalla Francia del Presidente Emmanuel Macron sembravano poter strappare qualcosa in più. Gli Stati membri del Nord Europa, spiega Il Corriere della Sera, sono riusciti a limitare i prestiti e a respingere la richiesta dell’Italia e della Spagna di scadenze previste a 30-50 anni per i prestiti. Insomma, ciò che si dava per scontato, il no al Mes con o senza condizioni, è stato ribaltato, mentre ciò che si auspicava, ovvero la discussione degli Eurobond, non è nemmeno arrivata sui tavoli dei 27.
Il no di Angela Merkel agli Eurobond, è figlio di protezionismo politico delle posizioni raggiunte in Europa dalla Germania in questi anni. Tedeschi e olandesi sono convinti che l’accordo raggiunto basti a sanare le eventuali crisi economiche a cui andranno incontro i Paesi membri, senza dover far ricorso ad una mutualizzazione del debito e agli Eurobond. L’aumento del Quantitative Easing, da circa 750 miliardi di euro, della Banca Centrale Europea, attivato ad inizio marzo proprio a causa della pandemia da Covid-19, ha come obiettivo di abbassare i tassi di interesse di ciascun membro dell’Eurozona. Concessione, questa, considerata dai Paesi del Nord UE, un impegno importante.
Questi Paesi temono che un’eventuale creazione di un meccanismo di distribuzione dei debiti a livello europeo, attraverso la creazione di obbligazioni del debito pubblico dei Paesi facenti parti dell’UE, possa divenire una zavorra per la corsa degli Stati più produttivi dell’UE. L’Europa a doppia trazione, quella del Nord e quella dei Paesi mediterranei, quella della flessibilità a tutti i costi, che viaggia a due velocità, non potrà però sostenere uno sforzo così imponente davanti alla crisi economica, che si prospetta molto più complicata di quella del 2008. Merkel e il suo omologo olandese Mark Rutte, non conceranno altre possibilità di mutualizzazione del debito.
Come spiega Adnkronos, Merkel prima del vertice aveva ben chiarito che fare ricorso gli Eurobond avrebbe significato farsi carico del debito pubblico di un singolo Stato, facendo sì che questo debito diventasse responsabilità comune della UE. Questo non era accettabile e non intendeva retrocedere. La parole della Cancelliera – che riferiva di aver parlato con il premier italiano Giuseppe Conte – hanno intendere che, il Presidente del Consiglio, abbia, di fatto, prima dell’Eurogruppo, avallato l’ipotesi di strumenti alternativi: “Ho parlato oggi con il premier Giuseppe Conte a lungo e siamo d’accordo che c’è un urgente bisogno di solidarietà in Europa, che sta attraversando una delle sue ore più difficili, se non la più difficile”. La stessa Merkel concludeva con queste parole: “La Germania è pronta alla solidarietà ed è impegnata per questo. Ma io non credo che dovremmo avere debito comune a causa della situazione della nostra unione politica ed è per questo che lo respingiamo”.
Fonte: Il Corriere della Serra, Adnkronos